Carlotto Gustavo Adolfo, un antifascista a Tolosa, amico di Marie Justine Pierrine Vauthier. La documentazione del Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato. Fascicolo 50862, anni 1927-1943





CPC, fascicolo 50862: foto segnaletica di Gustavo Adolfo Carlotto pervenuta da Vicenza il 31/12/1937
Pierina
"Nella nostra vita abbiamo visto tante guerre e tante convulsioni che ormai non possiamo desiderare che un po' di pace. Siamo nati in un periodo di vero orgasmo e pieno di elettricità...Troppa elettricità e troppe automobili, troppi aeroplani..! Quasi quasi è da desiderare il tempo in cui si usavano i lumini ad olio e che si marciava a piedi o con un buon cavallo!"[da una lettera di Gustavo Adolfo Carlotto a Marie Justine Pierrine Vauthier, Tolosa 22 marzo 1944. E' conservata presso l'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta, nel Fondo Marie Justine Pierrine Vauthier]
In queste righe, scritte mentre in Europa la seconda guerra mondiale è lontana dalla conclusione, un uomo con alle spalle la vita segnata da momenti difficili, esprime il rimpianto per un passato che non sarebbe più tornato. Gustavo Adolfo Carlotto è legato alla natura, con la quale ha sempre misurato la sua intelligenza e cultura, alla sua terra, la campagna vicentina, e al suo paese, Lonigo. Da qui a metà degli anni Venti, parte per raggiungere il Sud Ovest della  Francia e la città di Tolosa in cui approdano tanti italiani, migranti si direbbe oggi "economici", ma anche "politici". Carlotto non è un povero contadino veneto in cerca di fortuna: dai primi documenti raccolti sul suo conto dagli organi di vigilanza e polizia del fascismo, non sembra nemmeno un antifascista.
In realtà le convinzioni antifasciste di Carlotto sono maturate prima della sua partenza per la Francia. Assieme alla sua famiglia ha dovuto espatriare perché attorno a lui il fascismo fa terra bruciata.
In una pubblicazione, edita nel gennaio 2001 a cura dell'Assessorato alla cultura del Comune di Lonigo e dedicata alla figura di questo antifascista, "Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1970. Vita appassionata di un leoniceno", troviamo informazioni che i documenti del fascicolo 50862 del Casellario Politico Centrale contengono solo in parte. Documenti che dobbiamo leggere tenendo conto della lente deformante di chi indaga per stabilire la pericolosità di una persona che, gradualmente, è vista come un oppositore politico.

Il volumetto pubblicato nel 2001 a cura dell'Amministrazione Comunale di Lonigo
A Tolosa Carlotto si avvicina all'ambiente dell'antifascismo militante e i suoi movimenti sono seguiti dalle autorità consolari italiane e dalla polizia politica fascista dal 1927 al 1943. Come tanti, anche lui viene definito "pericoloso", "noto" e "anti-italiano".
Su personaggi come Gustavo Adolfo Carlotto, borghesi di nascita, democratici per quella matrice ideale legata al Risorgimento, ma che vedono nel primo fascismo una via d'uscita alla crisi italiana del primo dopoguerra, grande impatto hanno gli avvenimenti europei degli anni trenta. E' quella "elettricità" che scuote un mondo che si crede al riparo da altri disastri, dopo la fragile pace che ha posto fine alla Prima Guerra Mondiale.
Ripercorriamo i momenti più significativi della vita di Gustavo Adolfo Carlotto sino alla sua partenza per la Francia, narrati nel volumetto a lui dedicato dal Comune di Lonigo.
Nella pagina finale della pubblicazione due figli di Carlotto, Alba e Clemente, ringraziano i diversi collaboratori che hanno lavorato ad una biografia, che ispirandosi alle memorie di Carlotto hanno titoli diversi. Il volumetto, nel suo capitolo iniziale, ripercorre l'impegno di Carlotto a favore di un reale miglioramento delle colture agricole della sua terra e a sostegno dei contadini.
Gustavo Adolfo nasce il 7 settembre 1886 in una famiglia di amministratori di una vasta tenuta di proprietà dei Conti de Lazara Pisani: è il terzo di quattro figli. Una famiglia serena, in cui il padre continua il mestiere del nonno e la madre è una donna colta, amante della musica e che si dedica alle  condizioni di vita delle lavoratrici. C'é in questo stile di vita la fiducia nel progresso che pervade i decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento, ma che andrà in frantumi con la Prima Guerra Mondiale. La vita di questa famiglia viene turbata da una serie di lutti: la morte della secondogenita Anna Maria, colpita da una febbre tifoidea, e del primogenito, Giovanni, ucciso da una forma acuta di tubercolosi. Gustavo Adolfo è giovane e deve aiutare il padre, Giuseppe, nell'amministrazione della tenuta;  nel 1908 Giuseppe muore all'età di cinquantasei anni. Due anni dopo si spegne anche la madre, Clementina.
Gustavo Adolfo, che ha frequentato la Scuola Agraria con una specializzazione in viticoltura, si trova a ventidue anni ad assumere la guida dell'attività di famiglia, sperimentando sul campo innovazioni nella cerealicoltura e nella zootecnia che ottengono numerosi riconoscimenti non solo a Lonigo e nella provincia di Vicenza, ma anche in Francia. Riformato al servizio militare e divenuto assessore comunale nell'amministrazione di Lonigo, Gustavo Adolfo si adopera per la costituzione di una Colonia Agricola per i figli dei contadini caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Contemporaneamente continua ad occuparsi di zootecnia, dedica una particolare attenzione all'ornitologia creando una collezione di uccelli molto importante e sperimenta nuove colture, ottenendo altri e importanti risultati. Nel 1911 Gustavo Adolfo ha sposato Maria Anna Mossolin, figlia di un Generale di Corpo d'Armata e sorella di Giovanni: lo ritroveremo nell'emigrazione antifascista a Tolosa e morirà nel campo di sterminio nazista di Dachau.
L'impegno civico di Carlotto s'intensifica con la vicinanza ai contadini e le iniziative in loro favore, sia durante la guerra che nel difficile dopoguerra: è sua la proposta di creazione di un Viale della Rimembranza, in cui ogni albero ricorda un soldato ucciso in combattimento. Nel 1926 avviene una svolta cruciale nella vita di Gustavo Adolfo: i Conti de Lazara impongono condizioni troppo gravose per il contratto di affitto della tenuta e costringono Carlotto a rinunciare. Il comportamento dei proprietari non è dettato da motivi economici o tecnici, ma è politico. L'impegno di Carlotto in favore dei contadini e il suo progressivo del fascismo dopo il delitto Matteotti, lo rendono inviso agli agrari locali. Carlotto è diventato un personaggio da isolare, anche se in un primo tempo ha aderito al movimento fascista, come tanti italiani della classe media.
Per risalire all'epoca in cui nasce l'amicizia tra Gustavo Adolfo Carlotto e Marie Justine Pierrine Vauthier, anarchica italiana residente a Tolosa dal 1932, dobbiamo andare al 1938.
In una lettera inviata dalla Vauthier, Pierina [così é indicata in numerosi documenti della polizia politica italiana e dai suoi informatori, nome per altro che lei usava abitualmente e con cui era conosciuta a Tolosa], al dirigente anarchico Giuseppe Pasotti e intercettata dalla Divisione di Polizia Politica, trasmessa poi alla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza Affari Generali e Riservati, l'anarchica da il seguente recapito: Pierrette Vauthier, Rue Heliot chez Mr Carlotto Toulouse-Haute Garonne.
Pierina non si rivolge direttamente a Pasotti, ma alla sua segretaria, Julia, che è una spia e passa lettere e informazioni ai servizi segreti italiani.

Secondo foglio della lettera manoscritta di Marie Justine Pierrine Vauthier, in cui si può leggere il suo recapito. La lettera è accompagnata dalla copia dell'appunto n° 500/20675 datato 14/6/1938, diretta al Casellario Politico Centrale.
Tra Gustavo Adolfo Carlotto, Maria Vautheir e il suo compagno Lorenzo Giusti è nata a quel tempo un'amicizia che durerà anche nei decenni successivi la fine della seconda guerra mondiale.
Nella lettera del 1944 che abbiamo citato in apertura, così Carlotto risponde alla richiesta di Pierina di avere notizie di Lorenzo Giusti.
"Ho aspettato di rispondere alla tua sperando di poter dirti qualche cosa dell'amico Lorenzo, poiché da vario tempo ho scritto alla sorella di lui a Bologna ma non ho ancora avuto alcuna risposta. Non dubitare che appena saprò qualche cosa ti comunicherò le notizie."
Nel 1944 in Europa c'è la guerra: le persone vengono separate, forse per non incontrasi mai più. E questo accade a Pierina e Lorenzo Giusti che ha combattuto in Spagna durante la guerra civile, in Francia nel 1940 contro i tedeschi, è finito in un campo di prigionia da cui è evaso per partecipare alla Resistenza francese ed è rientrato in Italia nel 1943, dopo la caduta del fascismo, per continuare la lotta nella Resistenza italiana.
Fascicolo 50862
Il primo documento riguardante Carlotto nel fascicolo del CPC, risale 31 maggio 1927. Si tratta di un semplice appunto dattiloscritto e senza intestazione, in cui si può leggere un'informazione che a prima vista potrebbe sembrare del tutto innocente sulla condotta politica e sociale di un emigrato che risiede a Tolosa. Ma non è così.
"Ministero degli Esteri con foglio N° 222878 del 10 /5/1927 comunica che il sopradistinto fa parte del Consiglio di Amministrazione della Banca Agricola Franco-Italiana, denominata la Ruche-Agricole in sede a Tolosa."[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Per il fascismo far parte del Consiglio di Amministrazione della Ruche-Agricole è un fatto molto grave. Presto vedremo il perché.
Il Consolato Generale d'Italia a Tolosa risponde al Ministero degli Interni con una lettera datata 23 agosto 1927.
"Sig. Ministro, Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe nato a Lonigo il 7 settembre 1880 sono le generalità richieste con la lettera del giorno 10 corrente N° 18948/S. Divisione Affari Generali e Riservati. Politicamente Carlotto appartiene alla categoria degli anfibi: antifascista coi fuorusciti, di sentimenti nazionali con i fascisti specie se si tratta di autorità. Non prende però parte attiva a manifestazioni dell'uno o dell'altro campo. La di lui posizione economica è buona. E' affittuario di terre, si occupa di agricoltura e quando può fare un buon affare non ha preoccupazioni sulla provenienza. Voglia gradire, Sig. Ministro, gli atti della mia profonda considerazione. Il regio console." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
L'errore nella data di nascita di Carlotto non deve sorprendere: sviste di questo tipo, poi corrette, sono frequenti nella documentazione sugli antifascisti.
Per il momento Carlotto non è considerato un elemento pericoloso, semmai un disinvolto affarista. Le indagini continuano e il documento successivo è un messaggio indirizzato dalla Direzione Generale di P.S. al CPC in data 7 settembre 1927.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo, fu Giuseppe nato a Lonigo il 7 settembre 1880. RISERVATO. Pregasi fornire con sollecitudine le informazioni di rito circa l'attività politica fin'ora svolta dal sovversivo in oggetto indicato, del quale non risultano precedenti presso questo Casellario Politico Centrale. Si gradirebbe altresì, conoscere i suoi precedenti in linea morale e giudiziaria, nonché le generalità, i connotati ed avere possibilmente due copie di una sua fotografia. p. Il Capo della polizia"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Carlotto è diventato un sovversivo e la richiesta di fotografie è l'indizio di un interesse tutt'altro che generico verso la persona di cui si chiedono informazioni. Ma a questo punto entra in scena lo stesso Gustavo Adolfo Carlotto che, tramite contatti personali o amicizie nell'ambiente del Consolato Italiano a Tolosa, è stato informato che su di lui corrono strane voci. E Carlotto scrive. La sua lettera è riportata in copia, su carta intestata del Consolato Generale di Tolosa ed è datata Léguevin 18/10/27. E' indirizzata direttamente al Console Generale.
"Illmo Signor Console d'Italia, TOLOSA. Da oltre due anni mi trovo a Tolosa e sono venuto qui in Francia per fare l'agricoltore. In questo frattempo ho avuto sempre rapporti con il Consolato, ove ho trovato buon viso e ottima accoglienza. Per unire tutti gli italiani agricoltori della regione, senza distinzione di partiti, ho dato la mia opera coadiuvata dallo stesso suo predecessore: CONSORZIO AGRARIO. In altra società a forma Cooperativa, ho il compito delle selezioni dei frumenti, vendita concimi, piccoli semi, ecc. Questa la mia attività quando non sono nei campi. Pochi giorni orsono -in modo preciso-  mi s'informò che, da parte di questo Consolato, sono state inviate in Italia, informazioni sul mio conto, tutt'altro che favorevoli! La cosa mi riesce spiacevole assai, e siccome non so comprendere tale ragione di tale atto, vorrei. se fosse possibile - una parola da Lei che tranquillizzasse l'animo mio. Non ho nulla da nascondere e credo di non avere nulla da rimproverami, mi rivolgo quindi alla Sua cortesia pregandola di chiarire la cosa. Le pongo i miei ossequi distinti e la ringrazio anticipatamente. firmato Gustavo Adolfo Carlotto" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il nuovo Console italiano a Tolosa invia la lettera al Ministero accompagnata da una nota in  data 22 ottobre 1927, in cui non solo spiega le motivazioni che hanno indotto Carlotto a scrivere, ma da anche notizie sull'ambiente dell'emigrazione e la Ruche Agricole.
"Signor Ministro, facendo seguito al rapporto del mio predecessore del 23 agosto, N° 8184, che rispondeva alla ministeriale del 10 detto mese N° 16948/S. Affari Generali e Riservati, ho l'onore di trasmettere in copia una lettera inviatami dal Sig. Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe. Questi, a voce, ebbe a spiegare che da persona amica era stato consigliato di non più tornare in Italia, dove, per le informazioni date da questo Consolato Generale e che erano conosciute al suo paese, "avrebbe passato guai seri". Io non so se, e come, le notizie inviate da questo Consolato Generale possano essere state risapute a Lonigo. Molto probabilmente la persona che le propalò deve, per giunta, averle riferite in modo non esatto, se nell'ambente di Lonigo produssero l'effetto di far preparare delle rappresaglie contro il CARLOTTO, nell'eventualità di un suo ritorno in patria. Da parte mia, confermando le informazioni già date da questo ufficio, chiarisco che il Sig. Carlotto in realtà non fa né del fascismo né dell'antifascismo. E' persona che pensa sopratutto ai suoi affari, e che perciò cerca di vivere in buona armonia con tutti. Per potere comprenderne esattamente la figura, uguale del resto, a quella di moltissimi italiani qui residenti-bisogna riferirsi allo speciale ambiente in cui si trova la nostra emigrazione in Francia, per cui si arriva al punto che persino persone di provati sentimenti nazionali agiscono, per quanto riguarda i loro interessi economici, senza preoccupazione alcuna del colore politico delle persone con cui vengono in contatto. Così avviene che, in difetto di altri Istituti che accordino le facilitazioni date dalla "RUCHE AGRICOLE", molti italiani, anche di sentimenti nazionali, ricorrono a questa, per le loro operazioni bancarie e di credito. Le persone che rappresentano il tipo classico del carattere adamantino sono poche, e certamente tra queste non è il Sig. CARLOTTO. Egli, però, è da considerasi persona innocua, e perciò ogni eventuale rappresaglia nei suoi riguardi sarebbe ingiustificata e produrrebbe in questa colonia penosa impressione. Ciò premesso, sarei a pregare codesto On. Ministero di voler prendere quei provvedimenti che riterrà del caso, per mettermi in grado di assicurare il Sig. Carlotto che le notizie a lui pervenute sono prive di qualsiasi serio fondamento. Voglia gradire, Sig. Ministro, gli atti della mia massima osservanza. Il Console Generale G. Gentile"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
La Ruche Agricole
Il rapporto del Console Gentile offre lo spunto per qualche notizia sull'emigrazione politica a Tolosa e  su come gli antifascisti cercano di organizzare economicamente gli italiani che sono andati a lavorare nelle campagne del Sud-Ovest della Francia. Un libro della storica franco-italiana Carmela Maltone, "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940", consente di conoscere i diversi aspetti dell'azione dell'antifascismo italiano nel tolosano, tra cui le iniziative di aggregazione dei lavoratori delle campagne.
Insieme agli emigrati, contadini e operai, che si stabiliscono nel Sud-Ovest della Francia e in particolare a Tolosa e dintorni, ci sono molti esponenti dell'antifascismo che provengono principalmente dall'Emilia e Romagna.
"Tra i più noti", scrive Carmela Maltone, "Alceste De Ambris, Giovanni Faraboli, uno degli artigiani del sistema cooperativistico emiliano, ma anche Adelmo Pedrini e Ettore Cuzzani, rispettivamente segretari della Camera del Lavoro e dell'Unione dei contadini di Bologna, o ancora Amedeo Azzi, un giovane operaio segretario della Camera del Lavoro di Parma. Questi quadri sindacali erano accompagnati da un'elite politica composta da intellettuali, come il futuro responsabile della LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo) Luigi Campolonghi e il professore universitario Silvio Trentin, da parlamentari e quadri dei partiti socialisti, riformista e massimalista, come Francesco Ciccotti, Francesco Frola, Guido Giacometti." [ da "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 86, Le passé recomposé.]

Amedeo Azzi, il primo da destra, con un gruppo di operai italiani in Francia. Collezione S.V/A.C.
Gli esponenti di questo antifascismo ormai sconfitto e che troveremo in alcuni documenti che riguardano Carlotto, avevano speso le loro energie per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne nelle loro regioni di origine e lo avevano fatto anche con la creazione di un movimento cooperativo, fiore all'occhiello del socialismo italiano e che era stato uno degli obbiettivi dell'offensiva armata del fascismo agrario.
L'emigrazione antifascista cerca, nella seconda metà degli anni Venti, di riorganizzare dall'esterno la lotta contro la dittatura, partendo dalle migliaia di emigrati italiani che trovano lavoro nelle campagne francesi. La Maltone parla di circa 36.000 italiani provenienti dalle Tre Venezie, ma altre migliaia sono giunte dal Nord Italia, tra cui molti dall'Emilia e Romagna. Solo una parte sono emigrati per motivi politici e con questi il tentativo di riorganizzazione è più facile; restano coloro che hanno lasciato l'Italia, spinti dalla crisi e dal sovraffollamento nelle campagne.
La scelta è quella di creare un sistema cooperativo in Francia che includa anche contadini francesi: lo scopo è non solo amalgamare popolazioni che si guardano con diffidenza, ma anche portare su posizioni antifasciste larghi strati della società francese.
Ma per finanziare e organizzare questo nuovo movimento cooperativo è necessario denaro. E' messo a disposizione da uomini d'affari italiani, tra cui Luigi Della Torre, che avevano investito nel Sud-Ovest della Francia già dall'inizio degli anni Venti ed erano legati al socialismo.
"La cooperativa agricola che cercava di riprodurre più fedelmente il modello emiliano, introdurre gli elementi più innovatori nell'agricoltura aquitana[...]fu il Consorzio Agrario Franco-Italiano. Il consorzio creato nella primavera del 1926 a Tolosa si ramificava nei paesi di Muret, Montauban, Agen e Nérac. Gli architetti di questa nuova iniziativa furono Francesco Ciccotti e Guido Giacometti che ne affidarono la direzione a Ettore Cuzzani. Una delle realizzazioni più emiliane di questo consorzio fu il granaio collettivo di stoccaggio della produzione cerealicola degli aderenti e la commercializzazione al momento più favorevole[...]Questa iniziativa s'indirizzava anche verso i contadini francesi." [da "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 95, Le passé recomposé.]
Sempre nel 1926, la rivista L'Agricoltore Franco-Italiano annuncia la nascita a Tolosa del Credito Franco-Italiano, un istituto bancario interamente sotto il controllo degli antifascisti. Queste iniziative sono appoggiate da esponenti politici francesi, tra cui il sindaco di Tolosa Etienne Billièrs.
Da dove provengono i soldi?
"...i fondi del Credito Franco-Italiano provenivano da un istituto bancario interessato alla loro iniziativa. Il CFI apriva il suo banco come filiale della Banca Popolare di Torino ed era dotata di un consistente capitale di 5 milioni di franchi. I contatti sembra che siano stati stabiliti dall'ex deputato torinese Francesco Frola." [ da "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 103, Le passé recomposé.]
La reazione del fascismo a queste operazioni finanziarie legate all'opposizione, non si fa attendere: nell'aprile del 1926 viene emanata una legge che pone tutti gli istituti di credito italiani sotto il diretto controllo del Ministero delle Finanze e della Banca d'Italia. La banca di Torino cade quindi sotto il controllo del governo fascista e questo fatto segna la fine del Credito Franco-Italiano.
"All'inizio del 1927, qualche mese dopo il naufragio di questa prima esperienza finanziaria, gli antifascisti crearono un nuovo istituto di credito, la Ruche Agricole, che recuperava una buona parte della clientela del Credito Franco-Italiano. Il capitale proveniva essenzialmente dal Credit Agricole e dalla Banca di Francia, grazie all'interessamento di uomini politici moderati e socialisti." [ da "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 108, Le passé recomposé.]
Anche il fascismo tenta di mettere in piedi iniziative finanziarie rivolte agli italiani nella Francia di Sud-Ovest, ma almeno per un certo periodo la concorrenza della Ruche Agricole rappresenta un serio ostacolo al loro successo. Tuttavia anche la Ruche Agricole è messa in liquidazione nel 1933. Carmela Maltone scrive che non sono chiari, nella documentazione, i motivi di questa decisione, ma possono attribuirsi a tre fattori: la crisi economica internazionale esplosa nel 1929, le difficoltà derivanti dall'azione delle autorità fasciste presenti in Francia e il sorgere di dissensi e divisioni all'interno dell'antifascismo emigrato. Questi tentativi di organizzazione economica, poco conosciuti nella storia dell'antifascismo italiano, non hanno un semplice valore simbolico, ma furono un modo di dare basi più solide a una lotta che veniva condotta da persone lontane dalla loro terra e spesso sprovviste di risorse con le quali far fronte ad una vita dura e piena di difficoltà. 
E' questo, narrato in modo assai sintetico, il quadro in cui iniziano le prime segnalazioni e indagini su Gustavo Adolfo Carlotto.
Fascicolo 50862
Il 2 febbraio 1928, il Prefetto di Vicenza invia una lettera al Ministero degli Interni  in cui si traccia una biografia di Carlotto e si precisano i contorni della personalità del soggetto posto sotto osservazione. Il Prefetto si preoccupa anche di sottolineare il clima di ordine che vige nella Provincia di Vicenza.
"Mi pregio riferire  a cotesto On. Ministero che dalle informazioni assunte è risultato che il controsegnato  Carlotto Gustavo trovasi in Francia dal novembre 1926. Durante il tempo che dimorò a Lonigo serbò sempre buona condotta morale e politica, nutrì sempre buoni sentimenti di italianità e fu interventista nel periodo della guerra europea, alla quale non partecipò perché riformato. Fece altresì elargizioni a fine di beneficienza  per i bisognosi del suo Comune, dove teneva in affitto 700 campi vicentini, e ai suoi coloni faceva un ottimo trattamento. Per sua iniziativa ed a sue spese fu fatto in frazione Bagnolo di Lonigo il viale della Rimembranza ai caduti per la Patria della guerra 1915-1918. Disimpegnò fino all'ottobre 1926 la carica di Presidente del Tiro a Segno Nazionale di Lonigo, dimostrando molto interessamento. Dal 1919 al 1924 sorresse anche economicamente la Sezione del Partito Nazionale Fascista del luogo, ma i suoi rapporti coi membri di essa si raffreddarono alquanto, avendo egli riprovato alcune azioni violente attribuite allo squadrismo. Si ritirò completamente in disparte dopo il delitto Matteotti. Nessuna propaganda palese svolse contro il regime fascista, però manifestò di non approvare la opportunità del provvedimento adottato dal Governo Nazionale in materia di stampa. Par le ragioni suddette fu alquanto inviso ai componenti del fascio di Lonigo. Peraltro nell'ambiente di Lonigo il Carlotto non è mai stato ritenuto sovversivo o capace di svolgere in Francia azione deleteria all'Italia, e non consta assolutamente che negli ambienti fascisti del luogo siasi formulati propositi o prestabilite azioni di rappresaglia ai suoi danni in caso di eventuale rimpatrio. Tanto meno risulta che il R. Consolato di Tolosa, abbia fornito informazioni che siano state risapute e propalate a Lonigo, sul conto del Carlotto. Soltanto qualche tempo fa alcuni elementi del fascio richiesero al Comandante di quella Tenenza se fosse vero che il Carlotto, tornando in Italia, sarebbe stato arrestato perché condannato a 5 anni di confino. La notizia fu naturalmente senz'altro smentita, perché destituita di qualsiasi fondamento. Ritengo improbabile che detta voce tendenziosa, sorta e diffusa non si sa come, sia giunta alterata a conoscenza di persona amica del Carlotto, la quale avrebbe poi consigliato a costui di non più ritornare in Italia. Concludendo, non esistono affatto per il Carlotto pericoli di sorta nel caso egli intenda rimpatriare e restituirsi a Lonigo, e in tali sensi egli può essere ampiamente tranquillizzato. E ciò anche perché in questa Provincia, come dovunque, la tutela della incolumità dei cittadini, affidata ai poteri responsabili, non solo esclude ogni possibilità di azioni illegali, ma altresì, nel caso specifico del Carlotto, sono state già adottate le occorrenti misure dirette ad eliminare possibili malintesi e a proteggere in ogni eventualità la sua persona. Rendo l'allegato. Il Prefetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il commiato da Lonigo
Nella biografia di Carlotto pubblicata dall'Amministrazione Comunale di Lonigo, un capitolo è dedicato alle idee e all'impegno politico in Francia. Nel discorso di commiato ai suoi paesani, pronunciato in occasione della sua partenza da Lonigo nel 1926, Carlotto ricorda come: "Cordialità, amicizia, equità ed un doveroso reciproco compatimento hanno sempre guidato me ed i dipendenti miei per la stessa via alla stessa meta, partecipi tutti e nello stesso modo di ogni apprensione od amarezza, soffrendo per ogni disillusione, gioiendo delle stesse soddisfazioni morali e materiali. E con immenso piacere io riscontro il miglioramento economico che essi hanno avuto, specie negli ultimi anni, e che è dovuto a quella cointeressenza nella conduzione dei campi che ho voluto e che fu invece tanto ostacolata da chi, nel burrascoso momento del dopoguerra, voleva avvelenare l'animo di una gente fattiva e generosa"  [da Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1870 vita appassionata di un leoniceno. 2001, pag. 22]
Da queste parole si intuisce come prese di posizione di questo tipo contrastassero con il clima che nel 1926 si viveva in Italia, dove, dopo il fallimento della secessione aventiniana seguita al delitto Matteotti, il fascismo instaurava la dittatura con le leggi eccezionali. Al di là dei toni rassicuranti del Prefetto, nell'ambiente fascista di Lonigo Carlotto aveva dei nemici che non avevano dimenticato le sue idee.
Bisogna ricordare anche come nel 1928 si accentuasse quel clima di sospetto contro chi volesse, o manifestasse solo l'intenzione di far ritorno in Italia dalla Francia. Era diventata la nazione-rifugio dell'antifascismo e nella quale c'erano uomini e donne disposti a venire in Italia per azioni di propaganda e proselitismo, ma anche per tentare di uccidere Mussolini. Il fallito attentato dell'anarchico Gino Lucetti è del 1926, ma altre azioni si stavano preparando, mentre solo un anno dopo, a Parigi sarà fondato il movimento di Giustizia e Libertà. Tutto questo avviene insieme alla decisione dei comunisti italiani, ma anche degli anarchici, di intensificare la lotta al fascismo all'interno del paese. Il regime però, lungi dal manifestare segni di crisi, intensifica la sua presa sulle masse italiane con una dittatura che riesce a conquistare consenso anche tra i ceti popolari, attraverso un'immagine modernizzante e la presenza sul territorio molto diversa da quella del vecchio stato liberale. E' chiaro che l'apparato poliziesco, reso più efficiente proprio in questo periodo, contribuisce alla formazione di questo graduale consenso.
Fascicolo 50862
In un rapporto da Tolosa in data 5 maggio 1928, ma  proveniente dal fascicolo di Scozzese Ciccotti, sembra che il coinvolgimento di Carlotto nelle complesse vicende economiche degli antifascisti nel tolosano  sia più intensa.  
"al fascicolo di Carlotto Gustavo. Ministero Esteri con nota n° 17166/1723 del 2/5/1928 trascrive un rapporto del Regio Console a Tolosa sull'attività del noto Ciccotti e tra l'altro si rileva: sembra che ora il nuovo amministratore delegato della Ruche Cooperative il noto Gustavo Carlotto, voglia tentare di raggruppare gli agricoltori clienti della Cooperativa e produttori di latte, per indurli a cedere il loro latte alla società Laitiere di Mazamet. Tentativo, questo che offre ben scarse probabilità di riuscita per i malumori che contro tale società serpeggiano, specie a Muret. Vedi in originale in Scozzese Ciccotti"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Ciccotti è un leader prestigioso, ma anche molto discusso,  dell'emigrazione politica italiana nel Sud-Ovest della Francia e ha partecipato alle iniziative economiche e finanziarie su cui, come abbiamo visto, si è concentrata l'attenzione della storica Carmela Maltone.
Nonostante ciò, le informazioni su Carlotto sembrano ancora rassicuranti.
Un messaggio dal Consolato Generale di Tolosa al Ministero dell'Interno-Dir. Gen. PS., in data 17 luglio 1928, dovrebbe attestare la risposta delle autorità italiane di Tolosa alle preoccupazioni di Gustavo Adolfo.
"Signor Ministro, in risposta alla lettera del 9 giugno pp, N° 6141, casellario politico centrale, ho l'onore di partecipare che ho fatto informare il signor Carlotto Gustavvo Adolfo della inconsistenza delle notizie da lui avute circa la possibilità di rappresaglie in caso di eventuale suo ritorno in Patria. Egli ha ringraziato della comunicazione avuta ed ha dichiarato che, forse, terminati i lavori di campagna, in ottobre, si recherà in ITALIA. In conformità degli ordini ricevuti non mancherò d'informare della sua partenza codesto R. Ministero e il signor Prefetto di VICENZA. Voglia gradire, signor Ministro, gli atti della mia massima osservanza. Il R° Console Generale Luigi Maccotta" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
A questo punto nella documentazione del CPC c'è un vuoto di un anno. Forse il personaggio è stato dimenticato da chi si muove nell'ambiente italiano di Tolosa per fornire informazioni sugli antifascisti.
Non è così: nel documento che segue, Carlotto resta un sovversivo da tenere d'occhio.
Una lettera della Prefettura di Vicenza al Min. degli Int. e al CPC del 25/7/1929, chiede informazioni su di lui.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo. Agli effetti del servizio schedario e con riferimento alla nota di questo Ufficio del 2/2/1928 N° 03576 di risposta a quella del 15/11/1927 N° 38075, prego l'On. Ministero compiacersi significarmi se risulti da codesti atti che il controscritto sovversivo dimori tuttora in Francia e quale condotta politica abbia ivi tenuta. Il Prefetto."  [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Pochi mesi dopo il giudizio negativo si accentua, in una nota informativa da Tolosa del 15 ottobre 1929 leggiamo:
"Quale direttore di questa "Ruche Cooperative" vi è un certo Carlotto Gustavo Adolfo, propagandista fanatico, antifascista,. La sua attività si rende pericolosa fra gli operai italiani. Egli deve essere anche, ma non possiamo precisare un agente della massoneria, vi è chi dice anche che sia massone, ma però non abbiamo mai notato in compagnia di massoni"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Carlotto è diventato propagandista fanatico, antifascista e, forse, massone. A questo punto entrano in scena i confidenti dei servizi segreti italiani che operano a Tolosa.
In un appunto per l'On. Div. Pol. di Pol. del 21 ottobre 1929, "Si trasmette a codesta On. Divisione l'unita copia informativa pervenuta da fonte confidenziale. p. Il Direttore capo della divisione polizia politica. Di Stefano"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Nella documentazione, si parla per la prima volta del cognato di Gustavo Adolfo, Giovanni Mossolin, avvocato, che vive anche lui a Tolosa. Nel volumetto commemorativo dedicato a Carlotto dal Comune di Lonigo, é tratteggiata la figura di Giovanni Mossolin.
Giovanni Mossolin
"Certo, il più caro di questi esuli fu Giovanni Mossolin, cognato e soprattutto grande amico di Gustavo, che nei primi mesi del 1927 si era rifugiato presso la famiglia della sorella Mariannina, dopo che i fascisti gli avevano distrutto lo studio legale a Vicenza. Il padre Evaristo, Generale di corpo d'armata, aveva consigliato al figlio di mettersi in salvo all'estero; così, dopo una notte trascorsa a Noventa, ospitato dagli amici Ferrigni, si allontanò dalla zona nascosto nel baule dell'auto e poté passare la frontiera grazie al salvacondotto fornitogli dal Conte Sforza, allora rappresentate della Croce Rossa in Italia." Segue anche un brano di una lettera di Mossolin in cui spiega ad un amico in Italia, le motivazioni della sua fuga. "...se è stato possibile che nel centro della città di fronte al Municipio, mi si bruciasse lo studio e in parte mi fosse rubato, senza che l'Autorità nulla abbia fatto in merito!...Ritornerò in Italia dopo che mi sarà stata resa giustizia...Certamente come Italiano questo stato di cose mi addolora - fino ad un certo punto però, perché ho la coscienza tranquilla - che molti possano giudicare la mia condotta come anti-italiano. Non capiscono questi che se non amassi la mia Patria, avrei potuto cambiare bandiera e rinnegare quegli ideali che ho fermi nel cuore e sui quali credo come nella vita che meglio può condurre la mia patria a migliori destini. In ogni modo la salute d'Italia avanti tutto e per questa qualunque sacrificio si dovesse fare non sarà mai gran cosa." [da Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1870 vita appassionata di un leoniceno. 2001,  Le idee e l'impegno politico, pgg. 23-24]
Vedremo più avanti come l'impegno di Mossolin si concretizzerà in atti pubblici e coraggiosi.
Fascicolo 50862
Il 29 maggio 1931 la Prefettura di Vicenza scrive al Min. dell'Int., al CPC, al Console Generale d'Italia a Tolosa e p/c al Prefetto di Torino. Si tratta di una lettera di accompagnamento ad un'altra lettera, scritta da Mossolin e Carlotto ad un comune amico e in cui  troviamo un attento controllo sulle persone che ricevono lettere dalla Francia da parte di persone considerate antifasciste. In quella di Carlotto e Mossolin c'è invece la testimonianza su un avvenimento che risolleva le speranze di tanti esuli italiani: la proclamazione in Spagna della Repubblica. E' un fatto che viene salutato con entusiasmo dagli esuli italiani e dimostra che in Europa qualcosa si muove.
"Oggetto: esito informazioni. per quegli accertamenti che On.le Ministero riterrà disporre a mezzo dell'Autorità consolare, trasmetto le unite copie di lettere provenienti da Touluose indirizzate a Franchin Francesco Giuseppe fu Antonio e di Pegoraro Antonietta, nato a Lonigo l'8 gennaio 1895, ivi domiciliato, celibe, possidente e negoziante in sementi. Una di dette lettere firmata Gustavo, è scritta da certo Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe e fu Rosa Clementina, nato a Lonigo il 7 aprile 1886, agricoltore, e l'altra dal cognato del Carlotto stesso, Avv. Mossolin Giovanni figlio di S.E. il Generale di Corpo d'Armata a riposo, comm. Evaristo e di Cassia Alba, nato a Lonigo il 20 settembre 1889, ivi domiciliato; ambedue emigrati in Francia fin dal 1926  ed attualmente residenti a Toulouse Gare-Haute Garonne. Il Franchin risulta di buona condotta politica e morale, senza precedenti né pendenze penali. Egli è iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 1921. Lo scorso anno si recò in Francia a scopo di commercio, e durante il tempo che dimorò a Toulouse alloggiò in casa di Carlotto, col quale è in relazioni di commercio e di amicizia fin da bambino. In identiche relazioni di amicizia il Franchin risulta pure essere con Mossolin. Il Franchin è conosciuto e stimato siccome uomo onesto, leale, di carattere buono, ma talvolta un po' impulsivo e facile a pronunciarsi senza riflettere, mai però a fine di male. Politicamente è vecchio fascista convinto e disciplinato, che si è prodigato per il Partito, senza richiedere nulla. Un di lui fratello è Ufficiale della M.V.S.N. e Comandante del Manipolo di Lonigo. Si può quindi escludere che il Franchin, nelle sue corrispondenze epistolari dirette al Carlotto e al Mossolin abbia potuto pensare di criticare la politica del Regime, ma possa invece aver accennato a qualche pettegolezzo locale, di natura personale. Il Carlotto, prima di espatriare, mantenne buona condotta in genere ed era incensurato. Fascista dall'inizio, manifestò poi idee liberali, per cui gli fu ritirata la tessera. Possedeva un discreto patrimonio, ma non avendolo saputo amministrare bene, finì per consumare quasi tutta la sua sostanza. Nel 1928 emigrò in Francia, dove pare coltivi terreni presi in affitto. Il Mossolin fu pure Fascista fin dall'inizio e ricoprì anche la carica i segretario politico di Vicenza. Successivamente si diede a criticare questo o quel gerarca, per cui fu prima diffidato e poscia espulso dal partito. Egli è compreso nell'elenco degli oppositori al Regime di questa Provincia e formò oggetto da ultimo del mio rapporto N 01063 sched. del 6 marzo 1930. Il Prefetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Allegata, in copia conforme all'originale, la lettera diretta a Francesco Franchin in data 21/4/31.
In qualche passo la trascrizione risulta imperfetta, ma la scelta è stata quella di pubblicare tutti i documenti così come sono giunti sino a noi.
"St. Simon 21/4/31. Caro Checcone, Hai ragione come al solito! Da vario tempo non ricevi le mie lettere!...Eppure ti ho scritto: te lo giuro! Ma però non ti ho spedito la mia lettera perché in essa l'animo mio parlava troppo "apertamente" Difatti avevo preso la penna per sfogarmi con te. La sera del 14 alle ore 18 e 1/2 mentre ero agli americani [un caffè, ndr]. Uscivano allora le ultime edizioni dei giornali con la notizia della rinuncia dei poteri da parte di Alfonso XIII al comitato rivoluzionario che aveva proclamato la repubblica spagnola in qualche città e questo si propagò come un soffio di vento innovatore in tutta la penisola. La cessione dei poteri è avvenuta alle 17,22 e le colonne degli studenti spagnoli qui a Tolosa ha subito infilato all'occhiello il tricolore repubblicano mentre la Francia della vittoria della sorella e in molti si è brindato ben augurando anche alla terza sorella che ancora resta legata alla volontà di un tiranno cattivo e alle imbecillità di un re piccolo!! [...]Qui niente di nuovo ossia anche qui c'è sempre qualche notizia; non è troppo lungo scrivertelo. Vieni invece e vedrai e sentirai. Ti abbraccio affettuosamente e saluti a tutti. Gustavo"
Alla lettera, Mossolin aggiunge qualcosa in cui racconta l'attività di Carlotto.
"Caro Checcone, Aggiungo anch'io un rigo a quelli di Gustavo. Approfitto del fatto che la lettera scrittale il 21 corr. è ancora qui sul tavolo. Gustavo è fortemente occupato. Oltre agli affari c'è la Fiera Agricola. Gustavo ha esposto i suoi frumenti di cui 5 varietà in spiga. La prima spiga fu colta il giorno di Pasqua. Tutto ciò gli ha fruttato un diploma d'onore. Il Professore d'Agricoltura dell'Università di Tolosa non credeva che il risultato ottenuto fosse di cultura in campo aperto pensava che si trattasse di cultura in serra. Questa mattina visita all'esposizione del ministro Tardieu. I socialisti gli hanno fatto una dimostrazione contraria a base di fischi. Sono stati villani quando hanno continuato la dimostrazione nel recinto della Fiera. Lì il ministro veniva per l'agricoltura e le questioni dovute a lotte politiche non dovevano entrare in campo. Giovanni che desidera mescolarsi a tutte le manifestazioni per poterne fare poi un racconto particolareggiato si era messo al seguito del Ministro, a due passi da lui. Si vedeva questo Pinocchio; quasi in testa al corteo, che faceva ottima impressione. Naturalmente la visita del Ministro venne abbreviata, con grande dispiacere di Gustavo che sperava avere congratulazioni ministeriali. Qui stiamo sistemandoci con l'apertura di uno studio. Gustavo nella sua materia agricola ed io come avvocato. Abbiamo trovato un locale vicino al caffé degli Americani, nelle allies Jean Jaures. Sono sicuro che lavoreremo in attesa di tempi migliori. Qui il tempo si è fatto bello anche spiritualmente. La rivoluzione di Spagna era contrassegnata da troppi disordini, fa ottime impressioni sui giornali italiani non ho visto parole della decadenza del fatto [patto] concluso tra Primo De Rivera e il Governo Italiano. Tale decadenza non ancora pronunciata dal Governo repubblicano, è però annunciata nei discorsi dei ministri e vedremo come tutto ciò andrà a finire. Certamente è sintomatico come forza della nuova repubblica, il fatto che essa ha annullato il prestito di 60 milioni di dollari che il precedente Governo aveva contratto con il gruppo Morgan. Diminuiscono i bisogni con il cambio di regime. Caro Checcone ho tanto desiderio di vederla venga appena può che ci farà un grande piacere. Ameno che...non venga prima io a Lonigo. Cordiali saluti. Zuanito Mossolin"
Alle parole di Mossolin,  che ha adottato una versione spagnolesca del suo nome, Carlotto aggiunge ancora qualcosa.
"Caro Checcone! Completo la mia lettera in data 21. Oggi a Tolosa è venuto il ministro dell'Agricoltura Tardieu (non ricevuto dalla Municipalità socialista) a vedere l'esposizione agricola. Fischi, urla, udiva ecc. ma niente di grave. Il Ministro però ha visto...quello che ha visto all'esposizione perché contornato da una turba di energumeni che fu viva e addosso non l'anno lasciato vedere niente. Io avevo volontà di dare anche qualche cazzotto, ma poi ho pensato di risolvere la mia bile (giacché il Ministro non è passato davanti alla mia mostra) col premere una pianta di mentasse, una di Ardito, una di Villa Glori, una di Fausto Sestini completamente spigata, di metterle legate in un nastro bianco rosso e blu e portarlo davanti al suo posto al banchetto con un biglietto così concepito: A M. le Ministre de l'agricolture de France qui demonde la production de blè et qui est émpeché de bien voir le Concours Agricoule de Toulouse, un alrimestur qui aime faire voir ce que le sol che Midi pent donnera la France. Gli ho fatto mettere le piante ed il biglietto ed ho mandato a farsi chiavare tutti i francesi! Ciao caro Checcone! Qui troppa libertà, in Italia troppo poca. [come già detto sopra, dalla trascrizione non tutto risulta chiaro e il testo in francese è mal trascritto]" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Negli scritti di Carlotto e Mossolin troviamo l'eco della lotta politica in Francia all'inizio degli anni Trenta: il governo di André Tardieu (1876-1945) era considerato dalla sinistra quasi di tipo fascista, per la volontà accentratrice e il suo acceso anticomunismo. Come vedremo, la situazione francese é destinata a radicalizzarsi con uno scontro epocale che da origine alla stagione del Fronte Popolare.
La Prefettura di Vicenza chiede ancora informazioni su Carlotto al Min. degli Int. e al  CPC in data 1/7/1931 e il  Consolato Italiano di Tolosa informa con una lettera inviata anche p/c al Min. degli Esteri e all'Ambasciata d'Italia a Parigi. La data è 31 luglio 1931. Carlotto ormai è considerato un antifascista.
"Il nominato in oggetto risiede in questa città, quartiere di Saint Simon, col cognato Mossolin Giovanni di cui al mio rapporto n. 7318 in data 29 corrente. Egli fu durante due anni addetto al servizio di selezione dei frumenti presso la ""Ruche Agricole"" - Rue des Arts, senonché in seguito a dissidi con l'amministratore delegato (ex deputato Giacometti) fu costretto a dare le dimissioni e quindi si dedicò esclusivamente all'agricoltura affittando una tenuta nei pressi di  Tolosa. Sembra che versi in misere condizioni finanziarie e non è da escludere che per cercare il modo di guadagnare convenientemente ricorra all'aiuto di noti antifascisti, con i quali del resto fu in relazione di affari e dei quali condivide le opinioni politiche apertamente ostili al Regime. Pur non prendendo parte attiva egli favoreggia il movimento e la propaganda repubblicana fra gli italiani di questa regione. Il Vice Console Reggente." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Gli informatori del Consolato italiano a Tolosa e i confidenti che fanno parte della rete di agenti segreti nella Francia meridionale e in Spagna, inviano regolari rapporti su tutto quello che accade all'interno dell'antifascismo: riunioni, progetti per la pubblicazione di giornali e manifesti, passaggi di militanti che cercano asilo e lavoro, raccolte di fondi per le famiglie di compagni incarcerati in Italia, feste danzanti e lotterie. In tutte queste manifestazioni e iniziative c'è sempre qualcuno che osserva e riferisce, tenendo d'occhio le facce nuove. Le spie sono presenti anche all'interno dei comitati che organizzano le diverse iniziative.
All'inizio del 1932, una festa è organizzata nei locali della Lidu di Tolosa e la cronaca di quanto avviene possiamo leggerla in un documento che porta la data del 10 marzo 1932, ma che si riferisce ad un avvenimento del 20 febbraio. E' la copia di un telegramma pervenuto alla Sezione Prima della Divisione di Polizia Politica, dal R. Consolato d'Italia a Tolosa.
"Da uno dei nostri fiduciari viene riferito quanto segue: il 20 corrente alle ore 21 la locale sezione della LIDU diede una grande festa danzante di beneficenza nella sal de Foyer du Peuple, rue du Tour, Toulouse. Un grande ritratto di Matteotti era esposto in mezzo alla sala. Erano presenti circa 150 persone, ma fra questi una quindicina di francesi, il resto italiani. Dalle 22 alle 23 sul palcoscenico cinque o sei dilettanti tennero allegri gli invitati, poscia incominciarono le danze, che si protrassero fino alle due del mattino., poi vi fu l'estrazione della solita tombola. Durante la festa saltuariamente si sentiva cantare ""Bandiera Rossa"" e l'Internazionale. Vi era un forte gruppo di comunisti italiani che faceva una sottoscrizione in favore delle vittime del fascismo. Nessuna grande personalità dell'antifascismo era presente. I capi erano Cuzzani Ettore e Mione, ed erano presenti i soliti individui altre volte segnalati. Entrarono nella sala anche il signor Carlotto e suo cognato l'avv. Mossolin e furono ricevuti con una grande deferenza dal Cuzzani, dal Mione e da qualche altro del comitato,; furono accompagnati nell'attiguo Buffet e complimentati come due grandi personalità. Il Mossolin diede anche 10 franchi alla sottoscrizione comunista. Vi erano altri due nomi nuovi nell'ambiente antifascista, uno era Cerni che sembra abbia dato alla festa, in denari, e in oggetti non meno di 500 franchi. L'altro è Petrolini, del comune di Travesatolo -Parma- già carabiniere - da poco in Francia - residente a Lardenne. La festa continuò fino alle 5 del mattino. "[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Nel corso di questa festa viene notata anche la presenza di Marie Justine Pierrine Vauthier, appena espulsa dalla Spagna e da poco giunta a Tolosa. [CPC, Ministero dell'Interno, Direzione Generale della P.S. Divisione Affari Generali e Riservati, 4 marzo 1932, fascicolo Vauthier]
Ormai il nome di Carlotto compare negli elenchi di antifascisti compilati dagli informatori e pervenuti al Ministero dell'Interni.
"Roma 10 marzo 1933. Si trasmette a cotesto On. Casellario Politico Centrale, per le annotazioni da farsi  nei fascicoli personali di ciascun nominativo, l'unito elenco, pervenuto in via fiduciaria, di antifascisti residenti all'estero che hanno precedenti in codesti atti. Il Capo della Sezione 1 Leto"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Segue un elenco di nove pagine, con il numero 50362 [forse c'é un errore, 3 al posto di 8] c'è anche Carlotto Gustavo Adolfo-Villa Saint Charles Saint Simon per Toulouse-Francia.
Le indagini e le richieste di informazioni proseguono: il Min. degli Int. chiede al Consolato italiano a Tolosa, in data 5 aprile 1933, ancora notizie su Carlotto.
"Con riferimento al dispaccio N° 7317 in data del 31 luglio 1931, si prega codesto On. le Consolato compiacersi favorire ulteriori informazioni circa l'attuale comportamento politico dell'individuo in oggetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il Consolato Italiano a Tolosa risponde con un telegramma al Regio Min. degli Int. (CPC), al Regio Min. Aff. Esteri e alla R. Ambasciata d'Italia a Parigi. Data, 8 maggio 1933.
"Mi onoro riferire all'E. V. che il summenzionato Carlotto risiede tuttora in Tolosa dove gestisce un'agenzia di affari. Dal punto di vista politico, pur conservando e manifestando sentimenti antifascisti, in questi ultimi mesi non ha dato luogo a speciali rilievi. "[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il meccanismo delle indagini non si limita solo alla richiesta di informazioni, ma si rivolge anche alle persone che frequentano gli indagati o che li hanno conosciuti in sporadiche occasioni. Un esempio  riguarda  Carlotto e Mossolin. Siamo nel 1934, anno in cui anche in Francia si manifesta la spinta di destra, e in alcuni casi apertamente fascista, originata dagli scandali finanziari, dalla crisi economica e dall'esempio tedesco: Hitler in Germania è andato al potere solo un anno prima.
Il 6 febbraio del 1934 a Parigi sembra che la democrazia parlamentare possa essere rovesciata dalle leghe fasciste che tentano di occupare la sede dell'Assemblea Nazionale: il tentativo è respinto con un bagno di sangue. Nei mesi successivi manifestazioni e scontri con morti e feriti si verificano in tutto il paese, anche a Tolosa.

Gli scontri a Parigi del 6 febbraio 1934. Da un servizio pubblicato sulla rivista Illustrazione de Popolo, supplemento della Gazzetta del Popolo del 25 febbraio 1934. Archivio S.V/A.C.
Nel fascicolo Carlotto incontriamo una lettera che ha per oggetto Galuppo Ra. Gaspare - Galuppo Pietro di Gaetano, nato l'11. 1. 1907 a Noventa Vicentina (Vicenza).
"Le informazioni di cui alla nota n.442.8241 in data 24 aprile del R. Ministero dell'Interno si riferiscono a Galuppo Pietro di Gaetano nato a Noventa Vicentina l'11. 1. 1907 come pure quanto è stato riferito con  rapporti n.01782 e 0986 rispettivamente del 3 agosto 1933 e del 26 marzo 1934 e non a Galuppo Ra. Gaspare di cui non si sono trovate tracce. Il Galuppo Pietro ha abitato al n. 95 di rue des Fontaines, ha lavorato poi presso il connazionale Geremia Romolo a Pibrac e si è quindi recato a Tolosa dove da vari mesi vive di espedienti: si occupa di far ottenere carte d'identità ai connazionali mediante il versamento di somme alquanto rilevanti (cinque o seicento franchi), ed è intervenuto, in favore di donne italiane che desideravano ottenere il permesso di dedicarsi alla prostituzione, presso un agente della locale polizia la cui figlia sarebbe amica del Galuppo. E' appunto in questo modo che egli è diventato l'informatore del Commissariato a danno dei nostri connazionali. Egli aveva anche espresso l'intenzione di assumere la cittadinanza francese onde poter essere impiegato presso la locale fabbrica di materiale bellico. Frequenta la famiglia Nori naturalizzata e i noti antifascisti Carlotto e Mossolin i quali gestiscono un'agenzia di affari in rue Helliot. Mi consta che il Segretario del Fascio di Tolosa ha informato di quanto precede la Segreteria generale dei Fasci all'estero onde provocare l'espulsione del Galuppo dal Fascio di Noventa cui egli apparterrebbe. P.C.C. Il Capo della Sezione Seconda." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Da queste informazioni possiamo comprendere come le autorità del Consolato italiano di Tolosa, siano preoccupate per la raccolta di notizie sugli italiani residenti nella zona e che non sono antifascisti. Ci sembra di capire che il Galuppo è un informatore della polizia francese che vuol sapere cosa fa il fascismo italiano in Francia. E' citata nella lettera l'agenzia di affari di Carlotto e Mossolin, sita in Rue Helliot.
Al documento, ne seguono altri che riguardano persone legate all'antifascismo: Romolo Geremia, Giuseppe Merzagora, Alessandro Mario Zani, ma con quest'ultimo siamo già al 1937 e in Spagna la guerra civile è iniziata nell'estate dell'anno precedente.
In una lettera giunta dal Consolato Gen. di Tolosa al Min. degli Int., al Min. degli Esteri, all'Amb. d'Italia a Parigi in data 5 ottobre 1937, viene segnalata la cooperativa EPI.  
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe. Mi onoro riferire che il suindicato connazionale risiede tuttora in questa città rue de Potiers. Conserva convinzioni antifasciste. Gestisce una cooperativa di grani denominata l'Epi e si occupa di compra-vendita di terreni. Finanziariamente si trova in condizioni assai precarie: avrebbe dilapidato in circa 10 anni più di 500 mila franchi. Il R. Vice Console Reggente"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]

Rue Helliot
La cooperativa EPI è importante ai fini della nostra storia. Nel volumetto rievocativo della vita di Carlotto, apprendiamo come nasce l'amicizia tra Carlotto e l'anarchico italiano Lorenzo Giusti e, di conseguenza, con Marie Justine Pierrine Vauthier.
"...in rue Helliot Carlotto aprì uno studio di consulenza per i coltivatori di cereali, denominato EPI (la Spiga). In particolare, si proponevano e si mettevano in vendita, oltre ai già noti Guà e Strampelli, altre dieci varietà di grano italiano e tre varietà francesi, ritenute peraltro poco adatte al clima del Midi. L'ufficio però fu anche un punto di riferimento per gli emigrati italiani che al Carlotto si rivolgevano per informazioni, consigli, espletamento di pratiche burocratiche, ma soprattutto per i rifugiati politici che cercavano ospitalità, protezione e aiuti di ogni genere. Nel '35 Carlotto aveva ceduto una stanza in faccia al suo studio a Lorenzo Giusti che vi aveva creato una piccola pensione di famiglia, nella quale trovarono rifugio volontari antifascisti diretti in Spagna dove si combatteva la guerra civile, fuorusciti di varia tendenza politica quali Trentin, Giacometti, Nitti, Nenni." [op. cit. pag 23]
Il 26 novembre 1937 un documento conservato nel fascicolo 50862, lega Gustavo Adolfo con Maria Vauthier, Pierina, in una storia di spionaggio che ruota intorno all'anarchico Giuseppe Pasotti.
"Appunto per l'Onorevole Divisione Affari Generali e Riservati. Un nostro fiduciari è riuscito a procurarsi copia di un quaderno di indirizzi in possesso del noto anarchico 83396 Pasotti Giuseppe, residente a Perpignano, comprendente nella maggior parte nominativi già noti come anarchici e antifascisti. Lo si trasmette a codesta On. Divisione per gli accertamenti che riterrà del caso, con preghiera, però, di non rivelarne il motivo che ha dato origine agli accertamenti ed omettendo il nome di Pasotti. Il Direttore Capo della Polizia Politica. Di Stefano." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
L'elenco comprende 4 pagine di nomi e indirizzi, nella seconda, con il numero 50862 Carlotto, 1 Rue Helliot-Toulouse (Tel. 226.79). Nella quarta con il numero 96171  Vauthier Pierina, 1 Rue Helliot-Toulouse. Chi sottrae il quaderno  di Pasotti è Julia Mir Ibarez, detta Sanchez, che copia gli indirizzi e li passa ad Antonio Canobbio, agente dei servizi segreti italiani e suo amante.
Alla fine del 1937 Gustavo Adolfo Carlotto viene iscritto nel registro di Rubrica di Frontiera: vuol dire che se torna in Italia sarà arrestato.
La R. Prefettura di Vicenza risponde al Min. dell'Int., alla Dir. Gen. di Pubblica Sicurezza e al  CPC.:
"Oggetto. Carlotto Gustavo Adolfo, nato a Lonigo il 7 settembre 1896-antifascista- In relazione alla nota di cotesto On. Ministero citata a margine, si assicura che è stata richiesta l'iscrizione nella Rubrica di frontiera del sopraindicato antifascista, per i provvedimenti di perquisizione e segnalazioni per vigilanza, trasmetto una fotografia dello stesso - che risale però a oltre 10 anni or sono - con preghiera di compiacersi disporne la riproduzione, essendo la locale Questura sprovvista di gabinetto fotografico. Dato il lungo tempo di assenza del Carlotto dal comune di nascita si ignora i di lui connotati attuali. Il Prefetto." La data è 31 dicembre 1937. [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
All'inizio del 1938, gennaio, una fotografia di Carlotto è riprodotta dalla Scuola Superiore di Polizia. Due mesi dopo il Consolato italiano di Tolosa, 5/4/1938, comunica notizie su un collaboratore di Carlotto.
"Oggetto: Bacciotti Orfeo di Lucca. Il Bacciotti abita in questa città dal 1926. Si è sempre dimostrato antifascista seguace delle teorie ed ha sottoscritto assai spesso in favore delle organizzazioni sovversive. si occupa di compra-vendita di terreni, di acquisto e vendita di sementi agricole ed è associato col noto Carlotto Gustavo nella direzione del Consorzio agricolo l'Epi. Nell'ottobre scorso è stato espulso dalla Francia, ma ha ottenuto una proroga mediante l'intervento del noto Giacometti Guido." segue omissis. [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Tornano ancora gli elenchi sottratti a Pasotti e copiati: il 30 luglio 1938, il Min. degli Int. invia al CPC la copia di un appunto della Divisione di Polizia Politica.
"Si comunicano i seguenti nominativi ed indirizzi di persone raccomandate al noto anarchico Pasotti Giuseppe, segnalati da fonte fiduciaria." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Si tratta di 15 persone tra cui Carlotto, residente sempre in Rue Heliot 1, Touluose.
In un tele-espresso del Consolato Generale a Tolosa del 17 agosto 1938, altre informazioni sull'attività della cooperativa EPI.
"Oggetto: Tognon Dante recte Tognan Dante di Giuseppe. Mi onoro riferire che il suindicato individuo ha formato oggetto da ultimo del telespresso n° 01147/0619 del 26 aprile 1937. Il Tognan, chiamato comunemente  "Dante" è fiduciario della locale cellula comunista e membro del comitato regionale dell'U.P.I. (Unione Popolare Italiana) abita a Romanville St. Agne nei pressi di Tolosa e svolge attiva propaganda sovversiva. Si è sempre dedicato alacremente alla raccolta di fondi e all'arruolamento dei volontari nelle milizie rosse. Non è stato finora accertato che egli faccia rilasciare dei "lasciapassare" sotto false generalità dal locale Console rosso spagnolo. In passato si poté controllare che i connazionali che si presentavano al predetto Consolato venivano invitati a presentarsi al noto ex-onorevole Trentin con il quale il Tognan è in costante relazione. In queste ultime settimane il Tognan è stato ammalato. Il noto Giacometti lo sostituì più volte nei comizi dell'U.P.I. Nella riunione che ebbe luogo il 12 corrente al caffé Clapié, il Giacometti annunciò che il compagno "Dante" era in via di guarigione e che si sarebbe studiato con lui e i responsabili dei vari partiti locali di trovare una nuova sede per l'U.P.I. che ora è ospitata negli uffici dell'EPI, sindacato agricolo gestito dai noti Carlotto Gustavo e Giacometti." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il telegramma
Alla fine di settembre del 1938 si consuma il tradimento della Cecoslovacchia con il Patto di Monaco. E' un momento in cui sembra che la guerra in Europa possa scoppiare: Carlotto e suo cognato, Giovanni Mossolin, decidono di uscire allo scoperto denunciando l'alleanza dell'Italia fascista con la Germania nazista.
Lo apprendiamo da una copia di un tele-espresso del Regio Consolato d'Italia a Tolosa, del 30/9/1938.
"Oggetto: Mossolin Giovanni Pietro Carlotto Gustavo Adolfo nato a Lonigo il 7/9/1886. Si trasmette l'unito ritaglio della "Garonne" che riproduce il testo di un telegramma diretto a S.M. dai suindicati sovversivi, i quali anche in occasione della recente tensione internazionale non hanno mancato di denigrare il Regime d'Italia Fascista." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Su foglio del Ministero dell'Interno segue il testo in francese, pubblicato dal giornale Garonne.
"Un telegramme. Au nom d'un groupe d'Italiens rèsidants a Toulouse le tèlègramme suivant a ètè adressè heir à S.M. le Roi d'Italie: Victor-Emmanuel III, roi d'Italie, Rome A annonce votre abdication si l'Italie combattra còtè de l'Allemagne, Italiens libres rèsidentes Toulouse apprècient votre decision virile et rappellant Bulletin de la Victoire se dèclarent prèts vous suivre contre seculaire ennemi en une Italie libre.-Carlotto Mossolin"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Ci sembra di scorgere in questo testo, mal trascritto in francese, ancora qualche illusione sulla possibilità che Vittorio Emanuele Terzo possa opporsi all'alleanza di Mussolini con Hitler. Anche qui troviamo il retaggio del Risorgimento che anima sentimenti dei due antifascisti.
La guerra
La Prefettura di Vicenza il 15 giugno 1939, informa il Min. degli Int. che l'iscrizione nella Rubrica di Frontiera di Gustavo Adolfo Carlotto è stata confermata. L'inizio della seconda guerra mondiale è ormai prossimo e in data 29 giugno 1939 giunge una notizia che confermerebbe un atteggiamento sempre più radicale di Carlotto verso il fascismo.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo. Mi onoro riferire che il suindicato connazionale avrebbe indirizzato in questi giorni alla locale Prefettura di Tolosa una lettera di solidarietà verso la Francia, dichiarandosi pronto in caso di guerra, ad organizzare la coltivazione di molte proprietà agricole del dipartimento, con mano d'opera italiana. E' evidente lo scopo lucrativo della proposta fatta dal Carlotto che, del resto, versa in cattive condizioni finanziarie. Egli esplica tuttora propaganda sovversiva." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Di questo periodo della vita di Carlotto abbiamo una testimonianza nei documenti che dopo la morte di Marie Justine Pierrine Vauthier, i parenti donarono all'Istituto Storico per la Resistenza e società contemporanea della Valle d'Aosta. Si tratta di una ricevuta, in data 6 gennaio 1939, scritta da Pierina su foglio di quaderno, in cui lascia il locale di Rue Helliot 1 che Lorenzo Giusti aveva affittato da Carlotto per organizzare una base di appoggio per gli antifascisti italiani a Tolosa.
Questo documento sembra un segno del tempo. La guerra civile spagnola si sta concludendo con la sconfitta della Repubblica; è stato un conflitto sanguinoso e si prepara un'ancor più sanguinosa repressione da parte del fascismo vincitore in Spagna. A Tolosa i luoghi che erano serviti come base per i volontari che andavano in Spagna, ora vengono abbandonati mentre migliaia di combattenti e profughi dalla Catalogna premono al confine francese. Nove mesi dopo inizia la seconda guerra mondiale.

Ricevuta per Carlotto firmata da Marie Justine Pierrine Vauhier. Fondo Vauthier, Ist. Stor. della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d'Aosta.
L'Italia entra in guerra il 10 giugno 1940 e sino al 1942 nel fascicolo Carlotto non ci sono documenti che lo riguardano. Intanto in Francia si è instaurato il regime collaborazionista di Vichy, guidato dal Maresciallo Petain. Ma nella Francia sconfitta, impoverita e depressa è iniziata la resistenza al fascismo e i profughi che vi avevano trovato asilo da molte nazioni si uniscono alla lotta, tra loro ci sono anche gli italiani.
Una lettera del 18 marzo 1942 inviata dal Comando Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, ha il seguente oggetto: "Connazionali di Tolosa svolgenti propaganda anti-italiana."
"I seguenti cittadini italiani residenti a Tolosa (Francia) svolgerebbero propaganda anti-italiana."
Segue un elenco di 6 persone che comprende Carlotto e Mossolin.
"Firmato Il Capo del Servizio Politico Cons. G. Barbera"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
In data 20 marzo 1942 un altro documento segnala una più precisa attività antifascista degli italiani a Tolosa.
"Si ha il pregio di trascrivere, per conoscenza, il seguente rapporto della R. Delegazione di Tolosa. Nello scorso mese  di febbraio sono pervenuti per posta, a elementi di questa collettività italiana, numerosi bollettini poligrafati o scritti a macchina, di cui si ha l'onore di trasmettere, qui allegate, copie dattilografate. Dalla lettura di tali documenti sembra risultare che detti fogli farebbero parte di pubblicazioni periodiche di una pseudo edizione regionale di un foglio denominato "la parola degli italiani" ovvero "appello di un comitato d'azione dell'unione del popolo italiano per l'indipendenza, la pace e la libertà". Quest'ufficio ignora, finora, il nome dei promotori di tale manifestazione di stampa, i quali si devono probabilmente ricercare fra gli aderenti al gruppo antifascista locale, che non ha disarmato, ma che continua la sua propaganda antinazionale e di cui i membri più attivi sono i nominati Faraboli Giovanni - Bertoluzzi Enrico - Mossolin Giovanni - Trentin Silvio - Giacometti Guido - Carozzi Bernardino - Carlotto Gustavo e Rambaldi Sies, questi due ultimi naturalizzati cittadini francesi. Aggiungo che in via ufficiosa, ho segnalato tali movimenti di propaganda anti-italiana a queste autorità, attirando la loro attenzione sulle vivaci critiche che in alcuni di tali fogli vengano mossi agli stessi ordinamenti sindacali locali. Si allegano le copie menzionate. D'ordine del Ministro firma ill. Roma 6 aprile 1942 XX° Il Capo della Sezione Prima." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Un'ulteriore comunicazione della Commissione Italiana per il Rimpatrio al il Min. degli Aff. Esteri e p/c al Min. degli Int. del 28 aprile 1942, segnala ancora l'attività di Carlotto.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo. In relazione a quanto comunicato con il foglio sopraindicato, si ha l'onore di riferire al rapporto di questa R. Delegazione n. 2370/452 del 6 marzo u.s. e di informare che effettivamente il Carlotto Gustavo oggetto di tale corrispondenza sembra potersi identificare con il connazionale Carlotto Gustavo Adolfo di Giuseppe, nato a Lonigo il 7 settembre 1896, il quale da molti anni continua a svolgere in questa città propaganda antifascista ed è uno degli elementi più noti del movimento di propaganda anti-italiana in questi ambienti frequentati dagli appartenenti ai partiti politici più avanzati. Il Delegato per il Rimpatrio (O. Gloria)" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Sta per giungere la fine del fascismo, mancano quasi due mesi, ma i servizi segreti continuano a lavorare in una Francia che ormai è stata occupata interamente dai tedeschi.
Una copia dell' appunto Div. Pol. Pol. in data 16/5/1943 diretto al CPC:
"Ho l'onore di significare che il 12 corrente mi sono recato a Tolosa e ho chiesto alla polizia tedesca, come d'intesa con codesta Direzione Generale, l'arresto e la consegna dei noti sottoindicati individui: Saragat Giuseppe, Bacci Dino, Campolonghi Luigi, Torello Tommaso Angelo, Trentin Silvio, Mossolin Giovanni, Carrozzi Bernardino, Bertoluzzi Enrico, Carlotto Gustavo. Il Direttore Capo Divisione Pol. Pol. ft. Leto" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il 25 luglio il fascismo cade. Carlotto, da quanto segue, sembra che voglia tornare in Italia.
Dal Consolato di Tolosa è inviata alla R. Questura di Vicenza, al Min. degli Est., al Min. degli Int. e all'Amb. d'Italia a Parigi questa comunicazione, in data 9 agosto 1943:
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo, agricoltore. Il connazionale nominato in oggetto, si è presentato a questo R. Consolato per rinnovare il passaporto e fare ritorno nel Regno. Poiché il medesimo risulta iscritto in R. F., mi prega cotesto R. Ufficio di far conoscere se nulla osti al rinnovo di tale documento ed al rimpatrio dell'interessato, favorendomi un cenno telegrafico per il tramite dell'ufficio Collegamento Esteri presso la C.I.A.F. (Commissione Italiana di Armistizio con la Francia) a Torino. Il R. Console Generale (O. Gloria)" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Le autorità tedesche invece seguono le richieste del Capo della Divisione di Polizia Politica, il potente Guido Leto, che intanto ha aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Nonostante l'arresto, avvenuto dopo la Liberazione, Leto custodirà molti segreti sull'attività dell'antifascismo e verrà in seguito richiamato per la ricostituzione dei servizi segreti italiani.
Gustavo Adolfo Carlotto viene arrestato dalla Gestapo il 22 settembre 1943, rimarrà in carcere sino al 1 novembre. Racconta la sua esperienza nelle prigioni di Tolosa nel manoscritto Diario di prigionia, in cui descrive la dura condizione dei detenuti politici nei carceri di Rue des Fleurs e di Saint Michel. Liberato, entra nella Resistenza con compiti che nel volumetto commemorativo del 2001 sono definiti importanti, nel 1956 gli viene conferita la Croce al merito di guerra e la qualifica di combattente della Resistenza. Il cognato, Giovanni Mossolin, era stato arrestato nel giugno 1942 e inviato a Dachau alla fine di giugno 1944. Muore a novembre, ucciso dalla fatica e da una polmonite contratta nel lager.
Gustavo Adolfo muore nel 1970 a Vicenza. Oggi a Lonato del Garda (provincia di Brescia) il Museo Civico Ornitologico Carlotto è tra i più importanti d'Italia. Quattro lettere di Gustavo Adolfo Carlotto a Marie Justine Pierrine Vauthier sono conservate presso L'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta: furono scritte alla fine del 1943, nel 1944,  nel 1958 e nel 1962. Da esse traspare sempre un'amicizia duratura e importante.
Stefano Viaggio
Saint-Pierre , Valle d'Aosta, 12 marzo 2019
Fonti: Fascicolo Carlotto Gustavo Adolfo-Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, unità archivistica busta 50862. Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1970. Vita appassionata di un leoniceno. Comune di Lonigo, 2001. Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta, Fondo Marie Justine Pierrine Vauthier.
Bibliografia
Carmela Maltone, "Exil et identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940" Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006
AA.VV Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1970. Vita appassionata di un leoniceno. Comune di Lonigo, 2001 Mauro Canali "Le spie del regime"  Ed. Il Mulino, Bologna, 2004
Si ringrazia per la collaborazione il Museo Civico Ornitologico Gustavo Carlotto di Lonato sul Garda.




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