Carlotto Gustavo Adolfo, un antifascista a Tolosa, amico di Marie Justine Pierrine Vauthier. La documentazione del Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato. Fascicolo 50862, anni 1927-1943
CPC, fascicolo 50862: foto
segnaletica di Gustavo Adolfo Carlotto pervenuta da Vicenza il 31/12/1937
Pierina
"Nella nostra vita abbiamo visto tante guerre e tante convulsioni
che ormai non possiamo desiderare che un po' di pace. Siamo nati in un periodo
di vero orgasmo e pieno di elettricità...Troppa elettricità e troppe automobili,
troppi aeroplani..! Quasi quasi è da desiderare il tempo in cui si usavano i
lumini ad olio e che si marciava a piedi o con un buon cavallo!"[da una lettera di Gustavo Adolfo Carlotto a Marie Justine Pierrine Vauthier,
Tolosa 22 marzo 1944. E' conservata presso l'Istituto Storico della Resistenza
e della Società contemporanea in Valle d'Aosta, nel Fondo Marie Justine
Pierrine Vauthier]
In queste righe, scritte mentre
in Europa la seconda guerra mondiale è lontana dalla conclusione, un uomo con
alle spalle la vita segnata da momenti difficili, esprime il rimpianto per un
passato che non sarebbe più tornato. Gustavo Adolfo Carlotto è legato alla
natura, con la quale ha sempre misurato la sua intelligenza e cultura, alla sua
terra, la campagna vicentina, e al suo paese, Lonigo. Da qui a metà degli anni
Venti, parte per raggiungere il Sud Ovest della Francia e la città di Tolosa in cui approdano
tanti italiani, migranti si direbbe oggi "economici", ma anche "politici".
Carlotto non è un povero contadino veneto in cerca di fortuna: dai primi
documenti raccolti sul suo conto dagli organi di vigilanza e polizia del
fascismo, non sembra nemmeno un antifascista.
In realtà le convinzioni
antifasciste di Carlotto sono maturate prima della sua partenza per la Francia.
Assieme alla sua famiglia ha dovuto espatriare perché attorno a lui il fascismo
fa terra bruciata.
In una pubblicazione, edita nel
gennaio 2001 a cura dell'Assessorato alla cultura del Comune di Lonigo e
dedicata alla figura di questo antifascista, "Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1970. Vita appassionata di un leoniceno",
troviamo informazioni che i documenti del fascicolo 50862 del Casellario
Politico Centrale contengono solo in parte. Documenti che dobbiamo leggere tenendo
conto della lente deformante di chi indaga per stabilire la pericolosità di una
persona che, gradualmente, è vista come un oppositore politico.
Il volumetto pubblicato nel 2001 a
cura dell'Amministrazione Comunale di Lonigo
A Tolosa Carlotto si avvicina
all'ambiente dell'antifascismo militante e i suoi movimenti sono seguiti dalle
autorità consolari italiane e dalla polizia politica fascista dal 1927 al 1943.
Come tanti, anche lui viene definito "pericoloso",
"noto" e "anti-italiano".
Su personaggi come Gustavo
Adolfo Carlotto, borghesi di nascita, democratici per quella matrice ideale
legata al Risorgimento, ma che vedono nel primo fascismo una via d'uscita alla
crisi italiana del primo dopoguerra, grande impatto hanno gli avvenimenti
europei degli anni trenta. E' quella "elettricità"
che scuote un mondo che si crede al riparo da altri disastri, dopo la fragile
pace che ha posto fine alla Prima Guerra Mondiale.
Ripercorriamo i momenti più
significativi della vita di Gustavo Adolfo Carlotto sino alla sua partenza per
la Francia, narrati nel volumetto a lui dedicato dal Comune di Lonigo.
Nella pagina finale della
pubblicazione due figli di Carlotto, Alba e Clemente, ringraziano i diversi
collaboratori che hanno lavorato ad una biografia, che ispirandosi alle memorie
di Carlotto hanno titoli diversi. Il volumetto, nel suo capitolo iniziale, ripercorre
l'impegno di Carlotto a favore di un reale miglioramento delle colture agricole
della sua terra e a sostegno dei contadini.
Gustavo Adolfo nasce il 7 settembre
1886 in una famiglia di amministratori di una vasta tenuta di proprietà dei
Conti de Lazara Pisani: è il terzo di quattro figli. Una famiglia serena, in
cui il padre continua il mestiere del nonno e la madre è una donna colta,
amante della musica e che si dedica alle condizioni di vita delle lavoratrici. C'é in
questo stile di vita la fiducia nel progresso che pervade i decenni a cavallo
tra Ottocento e Novecento, ma che andrà in frantumi con la Prima Guerra
Mondiale. La vita di questa famiglia viene turbata da una serie di lutti: la
morte della secondogenita Anna Maria, colpita da una febbre tifoidea, e del
primogenito, Giovanni, ucciso da una forma acuta di tubercolosi. Gustavo Adolfo
è giovane e deve aiutare il padre, Giuseppe, nell'amministrazione della tenuta; nel 1908 Giuseppe muore all'età di
cinquantasei anni. Due anni dopo si spegne anche la madre, Clementina.
Gustavo Adolfo, che ha
frequentato la Scuola Agraria con una specializzazione in viticoltura, si trova
a ventidue anni ad assumere la guida dell'attività di famiglia, sperimentando
sul campo innovazioni nella cerealicoltura e nella zootecnia che ottengono
numerosi riconoscimenti non solo a Lonigo e nella provincia di Vicenza, ma
anche in Francia. Riformato al servizio militare e divenuto assessore comunale
nell'amministrazione di Lonigo, Gustavo Adolfo si adopera per la costituzione
di una Colonia Agricola per i figli dei contadini caduti nel corso della Prima
Guerra Mondiale. Contemporaneamente continua ad occuparsi di zootecnia, dedica
una particolare attenzione all'ornitologia creando una collezione di uccelli
molto importante e sperimenta nuove colture, ottenendo altri e importanti
risultati. Nel 1911 Gustavo Adolfo ha sposato Maria Anna Mossolin, figlia di un
Generale di Corpo d'Armata e sorella di Giovanni: lo ritroveremo
nell'emigrazione antifascista a Tolosa e morirà nel campo di sterminio nazista
di Dachau.
L'impegno civico di Carlotto
s'intensifica con la vicinanza ai contadini e le iniziative in loro favore, sia
durante la guerra che nel difficile dopoguerra: è sua la proposta di creazione
di un Viale della Rimembranza, in cui ogni albero ricorda un soldato ucciso in
combattimento. Nel 1926 avviene una svolta cruciale nella vita di Gustavo
Adolfo: i Conti de Lazara impongono condizioni troppo gravose per il contratto
di affitto della tenuta e costringono Carlotto a rinunciare. Il comportamento
dei proprietari non è dettato da motivi economici o tecnici, ma è politico.
L'impegno di Carlotto in favore dei contadini e il suo progressivo del fascismo
dopo il delitto Matteotti, lo rendono inviso agli agrari locali. Carlotto è
diventato un personaggio da isolare, anche se in un primo tempo ha aderito al
movimento fascista, come tanti italiani della classe media.
Per risalire all'epoca in cui
nasce l'amicizia tra Gustavo Adolfo Carlotto e Marie Justine Pierrine Vauthier,
anarchica italiana residente a Tolosa dal 1932, dobbiamo andare al 1938.
In una lettera inviata dalla
Vauthier, Pierina [così é indicata in numerosi documenti della polizia politica italiana e
dai suoi informatori, nome per altro che lei usava abitualmente e con cui era
conosciuta a Tolosa], al dirigente anarchico Giuseppe Pasotti e
intercettata dalla Divisione di Polizia Politica, trasmessa poi alla Direzione
Generale della Pubblica Sicurezza Affari Generali e Riservati, l'anarchica da
il seguente recapito: Pierrette Vauthier,
Rue Heliot chez Mr Carlotto Toulouse-Haute Garonne.
Pierina non si rivolge
direttamente a Pasotti, ma alla sua segretaria, Julia, che è una spia e passa
lettere e informazioni ai servizi segreti italiani.
Secondo foglio della lettera
manoscritta di Marie Justine Pierrine Vauthier, in cui si può leggere il suo
recapito. La lettera è accompagnata dalla copia dell'appunto n° 500/20675
datato 14/6/1938, diretta al Casellario Politico Centrale.
Tra Gustavo Adolfo Carlotto,
Maria Vautheir e il suo compagno Lorenzo Giusti è nata a quel tempo un'amicizia
che durerà anche nei decenni successivi la fine della seconda guerra mondiale.
Nella lettera del 1944 che
abbiamo citato in apertura, così Carlotto risponde alla richiesta di Pierina di
avere notizie di Lorenzo Giusti.
"Ho aspettato di rispondere alla tua sperando di poter dirti
qualche cosa dell'amico Lorenzo, poiché da vario tempo ho scritto alla sorella
di lui a Bologna ma non ho ancora avuto alcuna risposta. Non dubitare che
appena saprò qualche cosa ti comunicherò le notizie."
Nel 1944 in Europa c'è la
guerra: le persone vengono separate, forse per non incontrasi mai più. E questo
accade a Pierina e Lorenzo Giusti che ha combattuto in Spagna durante la guerra
civile, in Francia nel 1940 contro i tedeschi, è finito in un campo di
prigionia da cui è evaso per partecipare alla Resistenza francese ed è rientrato
in Italia nel 1943, dopo la caduta del fascismo, per continuare la lotta nella
Resistenza italiana.
Fascicolo 50862
Il primo documento riguardante
Carlotto nel fascicolo del CPC, risale 31 maggio 1927. Si tratta di un semplice
appunto dattiloscritto e senza intestazione, in cui si può leggere un'informazione
che a prima vista potrebbe sembrare del tutto innocente sulla condotta politica
e sociale di un emigrato che risiede a Tolosa. Ma non è così.
"Ministero degli Esteri
con foglio N° 222878 del 10 /5/1927 comunica che il sopradistinto fa parte del
Consiglio di Amministrazione della Banca Agricola Franco-Italiana, denominata
la Ruche-Agricole in sede a Tolosa."[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Per il fascismo far parte del
Consiglio di Amministrazione della Ruche-Agricole è un fatto molto grave. Presto
vedremo il perché.
Il Consolato Generale d'Italia
a Tolosa risponde al Ministero degli Interni con una lettera datata 23 agosto
1927.
"Sig. Ministro, Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe nato a Lonigo
il 7 settembre 1880 sono le generalità richieste con la lettera del giorno 10
corrente N° 18948/S. Divisione Affari Generali e Riservati. Politicamente
Carlotto appartiene alla categoria degli anfibi: antifascista coi fuorusciti,
di sentimenti nazionali con i fascisti specie se si tratta di autorità. Non prende
però parte attiva a manifestazioni dell'uno o dell'altro campo. La di lui
posizione economica è buona. E' affittuario di terre, si occupa di agricoltura
e quando può fare un buon affare non ha preoccupazioni sulla provenienza.
Voglia gradire, Sig. Ministro, gli atti della mia profonda considerazione. Il
regio console." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
L'errore nella data di nascita
di Carlotto non deve sorprendere: sviste di questo tipo, poi corrette, sono
frequenti nella documentazione sugli antifascisti.
Per il momento Carlotto non è
considerato un elemento pericoloso, semmai un disinvolto affarista. Le indagini
continuano e il documento successivo è un messaggio indirizzato dalla Direzione
Generale di P.S. al CPC in data 7 settembre 1927.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo, fu Giuseppe nato a Lonigo il 7
settembre 1880. RISERVATO. Pregasi fornire con sollecitudine le informazioni di
rito circa l'attività politica fin'ora svolta dal sovversivo in oggetto
indicato, del quale non risultano precedenti presso questo Casellario Politico
Centrale. Si gradirebbe altresì, conoscere i suoi precedenti in linea morale e
giudiziaria, nonché le generalità, i connotati ed avere possibilmente due copie
di una sua fotografia. p. Il Capo della polizia"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Carlotto è diventato un sovversivo e la richiesta di fotografie
è l'indizio di un interesse tutt'altro che generico verso la persona di cui si
chiedono informazioni. Ma a questo punto entra in scena lo stesso Gustavo
Adolfo Carlotto che, tramite contatti personali o amicizie nell'ambiente del
Consolato Italiano a Tolosa, è stato informato che su di lui corrono strane
voci. E Carlotto scrive. La sua lettera è riportata in copia, su carta
intestata del Consolato Generale di Tolosa ed è datata Léguevin 18/10/27. E'
indirizzata direttamente al Console Generale.
"Illmo Signor Console d'Italia, TOLOSA. Da oltre due anni mi trovo
a Tolosa e sono venuto qui in Francia per fare l'agricoltore. In questo
frattempo ho avuto sempre rapporti con il Consolato, ove ho trovato buon viso e
ottima accoglienza. Per unire tutti gli italiani agricoltori della regione,
senza distinzione di partiti, ho dato la mia opera coadiuvata dallo stesso suo
predecessore: CONSORZIO AGRARIO. In altra società a forma Cooperativa, ho il
compito delle selezioni dei frumenti, vendita concimi, piccoli semi, ecc.
Questa la mia attività quando non sono nei campi. Pochi giorni orsono -in modo
preciso- mi s'informò che, da parte di
questo Consolato, sono state inviate in Italia, informazioni sul mio conto,
tutt'altro che favorevoli! La cosa mi riesce spiacevole assai, e siccome non so
comprendere tale ragione di tale atto, vorrei. se fosse possibile - una parola
da Lei che tranquillizzasse l'animo mio. Non ho nulla da nascondere e credo di
non avere nulla da rimproverami, mi rivolgo quindi alla Sua cortesia pregandola
di chiarire la cosa. Le pongo i miei ossequi distinti e la ringrazio
anticipatamente. firmato Gustavo Adolfo Carlotto" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il nuovo Console italiano a
Tolosa invia la lettera al Ministero accompagnata da una nota in data 22 ottobre 1927, in cui non solo spiega
le motivazioni che hanno indotto Carlotto a scrivere, ma da anche notizie sull'ambiente
dell'emigrazione e la Ruche Agricole.
"Signor Ministro, facendo seguito al rapporto del mio predecessore
del 23 agosto, N° 8184, che rispondeva alla ministeriale del 10 detto mese N°
16948/S. Affari Generali e Riservati, ho l'onore di trasmettere in copia una
lettera inviatami dal Sig. Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe. Questi, a voce,
ebbe a spiegare che da persona amica era stato consigliato di non più tornare
in Italia, dove, per le informazioni date da questo Consolato Generale e che
erano conosciute al suo paese, "avrebbe passato guai seri". Io non so
se, e come, le notizie inviate da questo Consolato Generale possano essere
state risapute a Lonigo. Molto probabilmente la persona che le propalò deve,
per giunta, averle riferite in modo non esatto, se nell'ambente di Lonigo
produssero l'effetto di far preparare delle rappresaglie contro il CARLOTTO,
nell'eventualità di un suo ritorno in patria. Da parte mia, confermando le
informazioni già date da questo ufficio, chiarisco che il Sig. Carlotto in
realtà non fa né del fascismo né dell'antifascismo. E' persona che pensa
sopratutto ai suoi affari, e che perciò cerca di vivere in buona armonia con
tutti. Per potere comprenderne esattamente la figura, uguale del resto, a
quella di moltissimi italiani qui residenti-bisogna riferirsi allo speciale
ambiente in cui si trova la nostra emigrazione in Francia, per cui si arriva al
punto che persino persone di provati sentimenti nazionali agiscono, per quanto
riguarda i loro interessi economici, senza preoccupazione alcuna del colore
politico delle persone con cui vengono in contatto. Così avviene che, in
difetto di altri Istituti che accordino le facilitazioni date dalla "RUCHE
AGRICOLE", molti italiani, anche di sentimenti nazionali, ricorrono a
questa, per le loro operazioni bancarie e di credito. Le persone che
rappresentano il tipo classico del carattere adamantino sono poche, e
certamente tra queste non è il Sig. CARLOTTO. Egli, però, è da considerasi
persona innocua, e perciò ogni eventuale rappresaglia nei suoi riguardi sarebbe
ingiustificata e produrrebbe in questa colonia penosa impressione. Ciò
premesso, sarei a pregare codesto On. Ministero di voler prendere quei
provvedimenti che riterrà del caso, per mettermi in grado di assicurare il Sig.
Carlotto che le notizie a lui pervenute sono prive di qualsiasi serio
fondamento. Voglia gradire, Sig. Ministro, gli atti della mia massima
osservanza. Il Console Generale G. Gentile"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
La Ruche Agricole
Il rapporto del Console Gentile
offre lo spunto per qualche notizia sull'emigrazione politica a Tolosa e su come gli antifascisti cercano di
organizzare economicamente gli italiani che sono andati a lavorare nelle
campagne del Sud-Ovest della Francia. Un libro della storica franco-italiana
Carmela Maltone, "Exil et identité.
Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940", consente di
conoscere i diversi aspetti dell'azione dell'antifascismo italiano nel
tolosano, tra cui le iniziative di aggregazione dei lavoratori delle campagne.
Insieme agli emigrati,
contadini e operai, che si stabiliscono nel Sud-Ovest della Francia e in
particolare a Tolosa e dintorni, ci sono molti esponenti dell'antifascismo che
provengono principalmente dall'Emilia e Romagna.
"Tra i più noti", scrive Carmela Maltone, "Alceste De Ambris, Giovanni Faraboli,
uno degli artigiani del sistema cooperativistico emiliano, ma anche Adelmo
Pedrini e Ettore Cuzzani, rispettivamente segretari della Camera del Lavoro e
dell'Unione dei contadini di Bologna, o ancora Amedeo Azzi, un giovane operaio
segretario della Camera del Lavoro di Parma. Questi quadri sindacali erano
accompagnati da un'elite politica composta da intellettuali, come il futuro
responsabile della LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo) Luigi Campolonghi
e il professore universitario Silvio Trentin, da parlamentari e quadri dei
partiti socialisti, riformista e massimalista, come Francesco Ciccotti,
Francesco Frola, Guido Giacometti." [ da "Exil et
identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela
Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 86, Le passé
recomposé.]
Amedeo Azzi, il primo da destra, con un gruppo di operai
italiani in Francia. Collezione S.V/A.C.
Gli esponenti di questo
antifascismo ormai sconfitto e che troveremo in alcuni documenti che riguardano
Carlotto, avevano speso le loro energie per il miglioramento delle condizioni
di vita delle classi subalterne nelle loro regioni di origine e lo avevano
fatto anche con la creazione di un movimento cooperativo, fiore all'occhiello
del socialismo italiano e che era stato uno degli obbiettivi dell'offensiva armata
del fascismo agrario.
L'emigrazione antifascista
cerca, nella seconda metà degli anni Venti, di riorganizzare dall'esterno la
lotta contro la dittatura, partendo dalle migliaia di emigrati italiani che
trovano lavoro nelle campagne francesi. La Maltone parla di circa 36.000
italiani provenienti dalle Tre Venezie, ma altre migliaia sono giunte dal Nord
Italia, tra cui molti dall'Emilia e Romagna. Solo una parte sono emigrati per
motivi politici e con questi il tentativo di riorganizzazione è più facile;
restano coloro che hanno lasciato l'Italia, spinti dalla crisi e dal sovraffollamento
nelle campagne.
La scelta è quella di creare un
sistema cooperativo in Francia che includa anche contadini francesi: lo scopo è
non solo amalgamare popolazioni che si guardano con diffidenza, ma anche
portare su posizioni antifasciste larghi strati della società francese.
Ma per finanziare e organizzare
questo nuovo movimento cooperativo è necessario denaro. E' messo a disposizione
da uomini d'affari italiani, tra cui Luigi Della Torre, che avevano investito
nel Sud-Ovest della Francia già dall'inizio degli anni Venti ed erano legati al
socialismo.
"La cooperativa agricola che cercava di riprodurre più fedelmente
il modello emiliano, introdurre gli elementi più innovatori nell'agricoltura
aquitana[...]fu il Consorzio Agrario Franco-Italiano. Il consorzio creato nella
primavera del 1926 a Tolosa si ramificava nei paesi di Muret, Montauban, Agen e
Nérac. Gli architetti di questa nuova iniziativa furono Francesco Ciccotti e
Guido Giacometti che ne affidarono la direzione a Ettore Cuzzani. Una delle
realizzazioni più emiliane di questo consorzio fu il granaio collettivo di
stoccaggio della produzione cerealicola degli aderenti e la commercializzazione
al momento più favorevole[...]Questa iniziativa s'indirizzava anche verso i
contadini francesi." [da "Exil et identité. Les
antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed.
Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 95, Le passé recomposé.]
Sempre nel 1926, la rivista L'Agricoltore Franco-Italiano annuncia
la nascita a Tolosa del Credito Franco-Italiano, un istituto bancario
interamente sotto il controllo degli antifascisti. Queste iniziative sono appoggiate
da esponenti politici francesi, tra cui il sindaco di Tolosa Etienne Billièrs.
Da dove provengono i soldi?
"...i fondi del Credito Franco-Italiano provenivano da un istituto
bancario interessato alla loro iniziativa. Il CFI apriva il suo banco come
filiale della Banca Popolare di Torino ed era dotata di un consistente capitale
di 5 milioni di franchi. I contatti sembra che siano stati stabiliti dall'ex
deputato torinese Francesco Frola." [ da "Exil et
identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela
Maltone, Ed. Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 103, Le passé
recomposé.]
La reazione del fascismo a
queste operazioni finanziarie legate all'opposizione, non si fa attendere:
nell'aprile del 1926 viene emanata una legge che pone tutti gli istituti di
credito italiani sotto il diretto controllo del Ministero delle Finanze e della
Banca d'Italia. La banca di Torino cade quindi sotto il controllo del governo fascista
e questo fatto segna la fine del Credito Franco-Italiano.
"All'inizio del 1927, qualche mese dopo il naufragio di questa
prima esperienza finanziaria, gli antifascisti crearono un nuovo istituto di
credito, la Ruche Agricole, che recuperava una buona parte della clientela del
Credito Franco-Italiano. Il capitale proveniva essenzialmente dal Credit
Agricole e dalla Banca di Francia, grazie all'interessamento di uomini politici
moderati e socialisti." [ da "Exil et identité. Les
antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940". Carmela Maltone, Ed.
Presses Universitaires de Bordeax, 2006, p. 108, Le passé recomposé.]
Anche il fascismo tenta di
mettere in piedi iniziative finanziarie rivolte agli italiani nella Francia di
Sud-Ovest, ma almeno per un certo periodo la concorrenza della Ruche Agricole rappresenta un serio
ostacolo al loro successo. Tuttavia anche la Ruche Agricole è messa in liquidazione nel 1933. Carmela Maltone
scrive che non sono chiari, nella documentazione, i motivi di questa decisione,
ma possono attribuirsi a tre fattori: la crisi economica internazionale esplosa
nel 1929, le difficoltà derivanti dall'azione delle autorità fasciste presenti
in Francia e il sorgere di dissensi e divisioni all'interno dell'antifascismo
emigrato. Questi tentativi di organizzazione economica, poco conosciuti nella
storia dell'antifascismo italiano, non hanno un semplice valore simbolico, ma
furono un modo di dare basi più solide a una lotta che veniva condotta da
persone lontane dalla loro terra e spesso sprovviste di risorse con le quali
far fronte ad una vita dura e piena di difficoltà.
E' questo, narrato in modo
assai sintetico, il quadro in cui iniziano le prime segnalazioni e indagini su
Gustavo Adolfo Carlotto.
Fascicolo 50862
Il 2 febbraio 1928, il Prefetto
di Vicenza invia una lettera al Ministero degli Interni in cui si traccia una biografia di Carlotto e
si precisano i contorni della personalità del soggetto posto sotto
osservazione. Il Prefetto si preoccupa anche di sottolineare il clima di ordine
che vige nella Provincia di Vicenza.
"Mi pregio riferire a
cotesto On. Ministero che dalle informazioni assunte è risultato che il
controsegnato Carlotto Gustavo trovasi
in Francia dal novembre 1926. Durante il tempo che dimorò a Lonigo serbò sempre
buona condotta morale e politica, nutrì sempre buoni sentimenti di italianità e
fu interventista nel periodo della guerra europea, alla quale non partecipò
perché riformato. Fece altresì elargizioni a fine di beneficienza per i bisognosi del suo Comune, dove teneva in
affitto 700 campi vicentini, e ai suoi coloni faceva un ottimo trattamento. Per
sua iniziativa ed a sue spese fu fatto in frazione Bagnolo di Lonigo il viale
della Rimembranza ai caduti per la Patria della guerra 1915-1918. Disimpegnò
fino all'ottobre 1926 la carica di Presidente del Tiro a Segno Nazionale di
Lonigo, dimostrando molto interessamento. Dal 1919 al 1924 sorresse anche
economicamente la Sezione del Partito Nazionale Fascista del luogo, ma i suoi
rapporti coi membri di essa si raffreddarono alquanto, avendo egli riprovato
alcune azioni violente attribuite allo squadrismo. Si ritirò completamente in
disparte dopo il delitto Matteotti. Nessuna propaganda palese svolse contro il
regime fascista, però manifestò di non approvare la opportunità del
provvedimento adottato dal Governo Nazionale in materia di stampa. Par le
ragioni suddette fu alquanto inviso ai componenti del fascio di Lonigo.
Peraltro nell'ambiente di Lonigo il Carlotto non è mai stato ritenuto
sovversivo o capace di svolgere in Francia azione deleteria all'Italia, e non
consta assolutamente che negli ambienti fascisti del luogo siasi formulati
propositi o prestabilite azioni di rappresaglia ai suoi danni in caso di
eventuale rimpatrio. Tanto meno risulta che il R. Consolato di Tolosa, abbia
fornito informazioni che siano state risapute e propalate a Lonigo, sul conto
del Carlotto. Soltanto qualche tempo fa alcuni elementi del fascio richiesero
al Comandante di quella Tenenza se fosse vero che il Carlotto, tornando in
Italia, sarebbe stato arrestato perché condannato a 5 anni di confino. La
notizia fu naturalmente senz'altro smentita, perché destituita di qualsiasi
fondamento. Ritengo improbabile che detta voce tendenziosa, sorta e diffusa non
si sa come, sia giunta alterata a conoscenza di persona amica del Carlotto, la
quale avrebbe poi consigliato a costui di non più ritornare in Italia.
Concludendo, non esistono affatto per il Carlotto pericoli di sorta nel caso
egli intenda rimpatriare e restituirsi a Lonigo, e in tali sensi egli può
essere ampiamente tranquillizzato. E ciò anche perché in questa Provincia, come
dovunque, la tutela della incolumità dei cittadini, affidata ai poteri
responsabili, non solo esclude ogni possibilità di azioni illegali, ma altresì,
nel caso specifico del Carlotto, sono state già adottate le occorrenti misure
dirette ad eliminare possibili malintesi e a proteggere in ogni eventualità la
sua persona. Rendo l'allegato. Il Prefetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il commiato da Lonigo
Nella biografia di Carlotto
pubblicata dall'Amministrazione Comunale di Lonigo, un capitolo è dedicato alle
idee e all'impegno politico in Francia. Nel discorso di commiato ai suoi
paesani, pronunciato in occasione della sua partenza da Lonigo nel 1926, Carlotto
ricorda come: "Cordialità, amicizia,
equità ed un doveroso reciproco compatimento hanno sempre guidato me ed i
dipendenti miei per la stessa via alla stessa meta, partecipi tutti e nello
stesso modo di ogni apprensione od amarezza, soffrendo per ogni disillusione,
gioiendo delle stesse soddisfazioni morali e materiali. E con immenso piacere
io riscontro il miglioramento economico che essi hanno avuto, specie negli
ultimi anni, e che è dovuto a quella cointeressenza nella conduzione dei campi
che ho voluto e che fu invece tanto ostacolata da chi, nel burrascoso momento
del dopoguerra, voleva avvelenare l'animo di una gente fattiva e generosa" [da Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1870
vita appassionata di un leoniceno. 2001, pag. 22]
Da queste parole si intuisce
come prese di posizione di questo tipo contrastassero con il clima che nel 1926
si viveva in Italia, dove, dopo il fallimento della secessione aventiniana
seguita al delitto Matteotti, il fascismo instaurava la dittatura con le leggi
eccezionali. Al di là dei toni rassicuranti del Prefetto, nell'ambiente
fascista di Lonigo Carlotto aveva dei nemici che non avevano dimenticato le sue
idee.
Bisogna ricordare anche come
nel 1928 si accentuasse quel clima di sospetto contro chi volesse, o
manifestasse solo l'intenzione di far ritorno in Italia dalla Francia. Era
diventata la nazione-rifugio dell'antifascismo e nella quale c'erano uomini e
donne disposti a venire in Italia per azioni di propaganda e proselitismo, ma
anche per tentare di uccidere Mussolini. Il fallito attentato dell'anarchico
Gino Lucetti è del 1926, ma altre azioni si stavano preparando, mentre solo un
anno dopo, a Parigi sarà fondato il movimento di Giustizia e Libertà. Tutto
questo avviene insieme alla decisione dei comunisti italiani, ma anche degli
anarchici, di intensificare la lotta al fascismo all'interno del paese. Il
regime però, lungi dal manifestare segni di crisi, intensifica la sua presa
sulle masse italiane con una dittatura che riesce a conquistare consenso anche
tra i ceti popolari, attraverso un'immagine modernizzante e la presenza sul territorio
molto diversa da quella del vecchio stato liberale. E' chiaro che l'apparato
poliziesco, reso più efficiente proprio in questo periodo, contribuisce alla
formazione di questo graduale consenso.
Fascicolo 50862
In un rapporto da Tolosa in data
5 maggio 1928, ma proveniente dal
fascicolo di Scozzese Ciccotti, sembra che il coinvolgimento di Carlotto nelle
complesse vicende economiche degli antifascisti nel tolosano sia più intensa.
"al fascicolo di Carlotto Gustavo. Ministero Esteri con nota n° 17166/1723
del 2/5/1928 trascrive un rapporto del Regio Console a Tolosa sull'attività del
noto Ciccotti e tra l'altro si rileva: sembra che ora il nuovo amministratore
delegato della Ruche Cooperative il noto Gustavo Carlotto, voglia tentare di
raggruppare gli agricoltori clienti della Cooperativa e produttori di latte,
per indurli a cedere il loro latte alla società Laitiere di Mazamet. Tentativo,
questo che offre ben scarse probabilità di riuscita per i malumori che contro
tale società serpeggiano, specie a Muret. Vedi in originale in Scozzese
Ciccotti"[CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Ciccotti è un leader
prestigioso, ma anche molto discusso, dell'emigrazione
politica italiana nel Sud-Ovest della Francia e ha partecipato alle iniziative
economiche e finanziarie su cui, come abbiamo visto, si è concentrata
l'attenzione della storica Carmela Maltone.
Nonostante ciò, le informazioni
su Carlotto sembrano ancora rassicuranti.
Un messaggio dal Consolato
Generale di Tolosa al Ministero dell'Interno-Dir. Gen. PS., in data 17 luglio
1928, dovrebbe attestare la risposta delle autorità italiane di Tolosa alle
preoccupazioni di Gustavo Adolfo.
"Signor Ministro, in risposta alla lettera del 9 giugno pp, N°
6141, casellario politico centrale, ho l'onore di partecipare che ho fatto
informare il signor Carlotto Gustavvo Adolfo della inconsistenza delle notizie
da lui avute circa la possibilità di rappresaglie in caso di eventuale suo
ritorno in Patria. Egli ha ringraziato della comunicazione avuta ed ha
dichiarato che, forse, terminati i lavori di campagna, in ottobre, si recherà
in ITALIA. In conformità degli ordini ricevuti non mancherò d'informare della
sua partenza codesto R. Ministero e il signor Prefetto di VICENZA. Voglia
gradire, signor Ministro, gli atti della mia massima osservanza. Il R° Console
Generale Luigi Maccotta" [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
A questo punto nella
documentazione del CPC c'è un vuoto di un anno. Forse il personaggio è stato
dimenticato da chi si muove nell'ambiente italiano di Tolosa per fornire
informazioni sugli antifascisti.
Non è così: nel documento che
segue, Carlotto resta un sovversivo da
tenere d'occhio.
Una lettera della Prefettura di
Vicenza al Min. degli Int. e al CPC del 25/7/1929, chiede informazioni su di
lui.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo. Agli effetti del servizio
schedario e con riferimento alla nota di questo Ufficio del 2/2/1928 N° 03576
di risposta a quella del 15/11/1927 N° 38075, prego l'On. Ministero compiacersi
significarmi se risulti da codesti atti che il controscritto sovversivo dimori
tuttora in Francia e quale condotta politica abbia ivi tenuta. Il
Prefetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Pochi mesi dopo il giudizio
negativo si accentua, in una nota informativa da Tolosa del 15 ottobre 1929
leggiamo:
"Quale direttore di questa "Ruche Cooperative" vi è un
certo Carlotto Gustavo Adolfo, propagandista fanatico, antifascista,. La sua
attività si rende pericolosa fra gli operai italiani. Egli deve essere anche,
ma non possiamo precisare un agente della massoneria, vi è chi dice anche che
sia massone, ma però non abbiamo mai notato in compagnia di massoni"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Carlotto è diventato propagandista fanatico, antifascista e, forse, massone. A questo punto entrano in scena
i confidenti dei servizi segreti italiani che operano a Tolosa.
In un appunto per l'On. Div.
Pol. di Pol. del 21 ottobre 1929, "Si
trasmette a codesta On. Divisione l'unita copia informativa pervenuta da fonte
confidenziale. p. Il Direttore capo della divisione polizia politica. Di
Stefano"[CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Nella documentazione, si parla
per la prima volta del cognato di Gustavo Adolfo, Giovanni Mossolin, avvocato,
che vive anche lui a Tolosa. Nel volumetto commemorativo dedicato a Carlotto
dal Comune di Lonigo, é tratteggiata la figura di Giovanni Mossolin.
Giovanni Mossolin
"Certo, il più caro di questi esuli fu Giovanni Mossolin, cognato
e soprattutto grande amico di Gustavo, che nei primi mesi del 1927 si era
rifugiato presso la famiglia della sorella Mariannina, dopo che i fascisti gli
avevano distrutto lo studio legale a Vicenza. Il padre Evaristo, Generale di
corpo d'armata, aveva consigliato al figlio di mettersi in salvo all'estero;
così, dopo una notte trascorsa a Noventa, ospitato dagli amici Ferrigni, si
allontanò dalla zona nascosto nel baule dell'auto e poté passare la frontiera
grazie al salvacondotto fornitogli dal Conte Sforza, allora rappresentate della
Croce Rossa in Italia." Segue anche un brano di una lettera di
Mossolin in cui spiega ad un amico in Italia, le motivazioni della sua fuga. "...se è stato possibile che nel
centro della città di fronte al Municipio, mi si bruciasse lo studio e in parte
mi fosse rubato, senza che l'Autorità nulla abbia fatto in merito!...Ritornerò
in Italia dopo che mi sarà stata resa giustizia...Certamente come Italiano
questo stato di cose mi addolora - fino ad un certo punto però, perché ho la
coscienza tranquilla - che molti possano giudicare la mia condotta come
anti-italiano. Non capiscono questi che se non amassi la mia Patria, avrei
potuto cambiare bandiera e rinnegare quegli ideali che ho fermi nel cuore e sui
quali credo come nella vita che meglio può condurre la mia patria a migliori
destini. In ogni modo la salute d'Italia avanti tutto e per questa qualunque
sacrificio si dovesse fare non sarà mai gran cosa." [da Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1870 vita appassionata di un leoniceno.
2001, Le idee e l'impegno politico, pgg.
23-24]
Vedremo più avanti come
l'impegno di Mossolin si concretizzerà in atti pubblici e coraggiosi.
Fascicolo 50862
Il 29 maggio 1931 la Prefettura
di Vicenza scrive al Min. dell'Int., al CPC, al Console Generale d'Italia a
Tolosa e p/c al Prefetto di Torino. Si tratta di una lettera di accompagnamento
ad un'altra lettera, scritta da Mossolin e Carlotto ad un comune amico e in cui
troviamo un attento controllo sulle
persone che ricevono lettere dalla Francia da parte di persone considerate
antifasciste. In quella di Carlotto e Mossolin c'è invece la testimonianza su
un avvenimento che risolleva le speranze di tanti esuli italiani: la
proclamazione in Spagna della Repubblica. E' un fatto che viene salutato con
entusiasmo dagli esuli italiani e dimostra che in Europa qualcosa si muove.
"Oggetto: esito informazioni. per quegli accertamenti che On.le
Ministero riterrà disporre a mezzo dell'Autorità consolare, trasmetto le unite
copie di lettere provenienti da Touluose indirizzate a Franchin Francesco
Giuseppe fu Antonio e di Pegoraro Antonietta, nato a Lonigo l'8 gennaio 1895,
ivi domiciliato, celibe, possidente e negoziante in sementi. Una di dette
lettere firmata Gustavo, è scritta da certo Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe
e fu Rosa Clementina, nato a Lonigo il 7 aprile 1886, agricoltore, e l'altra
dal cognato del Carlotto stesso, Avv. Mossolin Giovanni figlio di S.E. il
Generale di Corpo d'Armata a riposo, comm. Evaristo e di Cassia Alba, nato a
Lonigo il 20 settembre 1889, ivi domiciliato; ambedue emigrati in Francia fin
dal 1926 ed attualmente residenti a
Toulouse Gare-Haute Garonne. Il Franchin risulta di buona condotta politica e
morale, senza precedenti né pendenze penali. Egli è iscritto al Partito
Nazionale Fascista dal 1921. Lo scorso anno si recò in Francia a scopo di
commercio, e durante il tempo che dimorò a Toulouse alloggiò in casa di
Carlotto, col quale è in relazioni di commercio e di amicizia fin da bambino.
In identiche relazioni di amicizia il Franchin risulta pure essere con
Mossolin. Il Franchin è conosciuto e stimato siccome uomo onesto, leale, di carattere
buono, ma talvolta un po' impulsivo e facile a pronunciarsi senza riflettere,
mai però a fine di male. Politicamente è vecchio fascista convinto e
disciplinato, che si è prodigato per il Partito, senza richiedere nulla. Un di
lui fratello è Ufficiale della M.V.S.N. e Comandante del Manipolo di Lonigo. Si
può quindi escludere che il Franchin, nelle sue corrispondenze epistolari
dirette al Carlotto e al Mossolin abbia potuto pensare di criticare la politica
del Regime, ma possa invece aver accennato a qualche pettegolezzo locale, di
natura personale. Il Carlotto, prima di espatriare, mantenne buona condotta in
genere ed era incensurato. Fascista dall'inizio, manifestò poi idee liberali,
per cui gli fu ritirata la tessera. Possedeva un discreto patrimonio, ma non
avendolo saputo amministrare bene, finì per consumare quasi tutta la sua
sostanza. Nel 1928 emigrò in Francia, dove pare coltivi terreni presi in
affitto. Il Mossolin fu pure Fascista fin dall'inizio e ricoprì anche la carica
i segretario politico di Vicenza. Successivamente si diede a criticare questo o
quel gerarca, per cui fu prima diffidato e poscia espulso dal partito. Egli è
compreso nell'elenco degli oppositori al Regime di questa Provincia e formò
oggetto da ultimo del mio rapporto N 01063 sched. del 6 marzo 1930. Il
Prefetto." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Allegata, in copia conforme
all'originale, la lettera diretta a Francesco Franchin in data 21/4/31.
In qualche passo la
trascrizione risulta imperfetta, ma la scelta è stata quella di pubblicare
tutti i documenti così come sono giunti sino a noi.
"St. Simon 21/4/31. Caro Checcone, Hai ragione come al solito! Da
vario tempo non ricevi le mie lettere!...Eppure ti ho scritto: te lo giuro! Ma
però non ti ho spedito la mia lettera perché in essa l'animo mio parlava troppo
"apertamente" Difatti avevo preso la penna per sfogarmi con te. La
sera del 14 alle ore 18 e 1/2 mentre ero agli americani [un caffè, ndr]. Uscivano
allora le ultime edizioni dei giornali con la notizia della rinuncia dei poteri
da parte di Alfonso XIII al comitato rivoluzionario che aveva proclamato la
repubblica spagnola in qualche città e questo si propagò come un soffio di
vento innovatore in tutta la penisola. La cessione dei poteri è avvenuta alle
17,22 e le colonne degli studenti spagnoli qui a Tolosa ha subito infilato
all'occhiello il tricolore repubblicano mentre la Francia della vittoria della
sorella e in molti si è brindato ben augurando anche alla terza sorella che
ancora resta legata alla volontà di un tiranno cattivo e alle imbecillità di un
re piccolo!! [...]Qui niente di nuovo ossia anche qui c'è sempre qualche
notizia; non è troppo lungo scrivertelo. Vieni invece e vedrai e sentirai. Ti
abbraccio affettuosamente e saluti a tutti. Gustavo"
Alla lettera, Mossolin aggiunge
qualcosa in cui racconta l'attività di Carlotto.
"Caro Checcone, Aggiungo anch'io un rigo a quelli di Gustavo.
Approfitto del fatto che la lettera scrittale il 21 corr. è ancora qui sul
tavolo. Gustavo è fortemente occupato. Oltre agli affari c'è la Fiera Agricola.
Gustavo ha esposto i suoi frumenti di cui 5 varietà in spiga. La prima spiga fu
colta il giorno di Pasqua. Tutto ciò gli ha fruttato un diploma d'onore. Il
Professore d'Agricoltura dell'Università di Tolosa non credeva che il risultato
ottenuto fosse di cultura in campo aperto pensava che si trattasse di cultura
in serra. Questa mattina visita all'esposizione del ministro Tardieu. I
socialisti gli hanno fatto una dimostrazione contraria a base di fischi. Sono
stati villani quando hanno continuato la dimostrazione nel recinto della Fiera.
Lì il ministro veniva per l'agricoltura e le questioni dovute a lotte politiche
non dovevano entrare in campo. Giovanni che desidera mescolarsi a tutte le
manifestazioni per poterne fare poi un racconto particolareggiato si era messo
al seguito del Ministro, a due passi da lui. Si vedeva questo Pinocchio; quasi
in testa al corteo, che faceva ottima impressione. Naturalmente la visita del
Ministro venne abbreviata, con grande dispiacere di Gustavo che sperava avere
congratulazioni ministeriali. Qui stiamo sistemandoci con l'apertura di uno
studio. Gustavo nella sua materia agricola ed io come avvocato. Abbiamo trovato
un locale vicino al caffé degli Americani, nelle allies Jean Jaures. Sono
sicuro che lavoreremo in attesa di tempi migliori. Qui il tempo si è fatto
bello anche spiritualmente. La rivoluzione di Spagna era contrassegnata da
troppi disordini, fa ottime impressioni sui giornali italiani non ho visto
parole della decadenza del fatto [patto]
concluso tra Primo De Rivera e il Governo Italiano. Tale decadenza non ancora
pronunciata dal Governo repubblicano, è però annunciata nei discorsi dei
ministri e vedremo come tutto ciò andrà a finire. Certamente è sintomatico come
forza della nuova repubblica, il fatto che essa ha annullato il prestito di 60
milioni di dollari che il precedente Governo aveva contratto con il gruppo
Morgan. Diminuiscono i bisogni con il cambio di regime. Caro Checcone ho tanto
desiderio di vederla venga appena può che ci farà un grande piacere. Ameno
che...non venga prima io a Lonigo. Cordiali saluti. Zuanito Mossolin"
Alle parole di Mossolin, che ha adottato una versione spagnolesca del
suo nome, Carlotto aggiunge ancora qualcosa.
"Caro Checcone! Completo la mia lettera in data 21. Oggi a Tolosa
è venuto il ministro dell'Agricoltura Tardieu (non ricevuto dalla Municipalità
socialista) a vedere l'esposizione agricola. Fischi, urla, udiva ecc. ma niente
di grave. Il Ministro però ha visto...quello che ha visto all'esposizione perché
contornato da una turba di energumeni che fu viva e addosso non l'anno lasciato
vedere niente. Io avevo volontà di dare anche qualche cazzotto, ma poi ho
pensato di risolvere la mia bile (giacché il Ministro non è passato davanti
alla mia mostra) col premere una pianta di mentasse, una di Ardito, una di
Villa Glori, una di Fausto Sestini completamente spigata, di metterle legate in
un nastro bianco rosso e blu e portarlo davanti al suo posto al banchetto con
un biglietto così concepito: A M. le Ministre de l'agricolture de France qui
demonde la production de blè et qui est émpeché de bien voir le Concours
Agricoule de Toulouse, un alrimestur qui aime faire voir ce que le sol che Midi
pent donnera la France. Gli ho fatto mettere le piante ed il biglietto ed ho
mandato a farsi chiavare tutti i francesi! Ciao caro Checcone! Qui troppa
libertà, in Italia troppo poca. [come già detto sopra, dalla
trascrizione non tutto risulta chiaro e il testo in francese è mal trascritto]" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Negli scritti di Carlotto e Mossolin troviamo l'eco della lotta politica
in Francia all'inizio degli anni Trenta: il governo di André Tardieu
(1876-1945) era considerato dalla sinistra quasi di tipo fascista, per la
volontà accentratrice e il suo acceso anticomunismo. Come vedremo, la
situazione francese é destinata a radicalizzarsi con uno scontro epocale che da
origine alla stagione del Fronte Popolare.
La Prefettura di Vicenza chiede
ancora informazioni su Carlotto al Min. degli Int. e al CPC in data 1/7/1931 e il Consolato
Italiano di Tolosa informa con una lettera inviata anche p/c al Min. degli
Esteri e all'Ambasciata d'Italia a Parigi. La data è 31 luglio 1931. Carlotto
ormai è considerato un antifascista.
"Il nominato in oggetto risiede in questa città, quartiere di
Saint Simon, col cognato Mossolin Giovanni di cui al mio rapporto n. 7318 in
data 29 corrente. Egli fu durante due anni addetto al servizio di selezione dei
frumenti presso la ""Ruche Agricole"" - Rue des Arts,
senonché in seguito a dissidi con l'amministratore delegato (ex deputato
Giacometti) fu costretto a dare le dimissioni e quindi si dedicò esclusivamente
all'agricoltura affittando una tenuta nei pressi di Tolosa. Sembra che versi in misere condizioni
finanziarie e non è da escludere che per cercare il modo di guadagnare
convenientemente ricorra all'aiuto di noti antifascisti, con i quali del resto
fu in relazione di affari e dei quali condivide le opinioni politiche
apertamente ostili al Regime. Pur non prendendo parte attiva egli favoreggia il
movimento e la propaganda repubblicana fra gli italiani di questa regione. Il
Vice Console Reggente." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Gli informatori del Consolato
italiano a Tolosa e i confidenti che fanno parte della rete di agenti segreti
nella Francia meridionale e in Spagna, inviano regolari rapporti su tutto
quello che accade all'interno dell'antifascismo: riunioni, progetti per la
pubblicazione di giornali e manifesti, passaggi di militanti che cercano asilo
e lavoro, raccolte di fondi per le famiglie di compagni incarcerati in Italia,
feste danzanti e lotterie. In tutte queste manifestazioni e iniziative c'è
sempre qualcuno che osserva e riferisce, tenendo d'occhio le facce nuove. Le
spie sono presenti anche all'interno dei comitati che organizzano le diverse
iniziative.
All'inizio del 1932, una festa
è organizzata nei locali della Lidu di Tolosa e la cronaca di quanto avviene
possiamo leggerla in un documento che porta la data del 10 marzo 1932, ma che si riferisce ad un avvenimento
del 20 febbraio. E' la copia di un telegramma pervenuto
alla Sezione Prima della Divisione di Polizia Politica, dal R. Consolato
d'Italia a Tolosa.
"Da uno dei nostri fiduciari viene riferito quanto segue: il 20
corrente alle ore 21 la locale sezione della LIDU diede una grande festa
danzante di beneficenza nella sal de Foyer du Peuple, rue du Tour, Toulouse. Un
grande ritratto di Matteotti era esposto in mezzo alla sala. Erano presenti
circa 150 persone, ma fra questi una quindicina di francesi, il resto italiani.
Dalle 22 alle 23 sul palcoscenico cinque o sei dilettanti tennero allegri gli
invitati, poscia incominciarono le danze, che si protrassero fino alle due del
mattino., poi vi fu l'estrazione della solita tombola. Durante la festa
saltuariamente si sentiva cantare ""Bandiera Rossa"" e
l'Internazionale. Vi era un forte gruppo di comunisti italiani che faceva una
sottoscrizione in favore delle vittime del fascismo. Nessuna grande personalità
dell'antifascismo era presente. I capi erano Cuzzani Ettore e Mione, ed erano
presenti i soliti individui altre volte segnalati. Entrarono nella sala anche
il signor Carlotto e suo cognato l'avv. Mossolin e furono ricevuti con una
grande deferenza dal Cuzzani, dal Mione e da qualche altro del comitato,;
furono accompagnati nell'attiguo Buffet e complimentati come due grandi
personalità. Il Mossolin diede anche 10 franchi alla sottoscrizione comunista.
Vi erano altri due nomi nuovi nell'ambiente antifascista, uno era Cerni che
sembra abbia dato alla festa, in denari, e in oggetti non meno di 500 franchi.
L'altro è Petrolini, del comune di Travesatolo -Parma- già carabiniere - da
poco in Francia - residente a Lardenne. La festa continuò fino alle 5 del
mattino. "[CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Nel corso di questa festa viene
notata anche la presenza di Marie Justine Pierrine Vauthier, appena espulsa
dalla Spagna e da poco giunta a Tolosa. [CPC,
Ministero dell'Interno, Direzione Generale della P.S. Divisione Affari Generali
e Riservati, 4 marzo 1932, fascicolo Vauthier]
Ormai il nome di Carlotto
compare negli elenchi di antifascisti compilati dagli informatori e pervenuti
al Ministero dell'Interni.
"Roma 10 marzo 1933. Si trasmette a cotesto On. Casellario
Politico Centrale, per le annotazioni da farsi
nei fascicoli personali di ciascun nominativo, l'unito elenco, pervenuto
in via fiduciaria, di antifascisti residenti all'estero che hanno precedenti in
codesti atti. Il Capo della Sezione 1 Leto"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Segue un elenco di nove pagine,
con il numero 50362 [forse c'é un errore, 3 al posto di 8]
c'è anche Carlotto Gustavo Adolfo-Villa Saint Charles Saint Simon per Toulouse-Francia.
Le indagini e le richieste di
informazioni proseguono: il Min. degli Int. chiede al Consolato italiano a
Tolosa, in data 5 aprile 1933, ancora notizie su Carlotto.
"Con riferimento al dispaccio N° 7317 in data del 31 luglio 1931,
si prega codesto On. le Consolato compiacersi favorire ulteriori informazioni
circa l'attuale comportamento politico dell'individuo in oggetto." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il Consolato Italiano a Tolosa risponde
con un telegramma al Regio Min. degli Int. (CPC), al Regio Min. Aff. Esteri e
alla R. Ambasciata d'Italia a Parigi. Data, 8 maggio 1933.
"Mi onoro riferire all'E. V. che il summenzionato Carlotto risiede
tuttora in Tolosa dove gestisce un'agenzia di affari. Dal punto di vista
politico, pur conservando e manifestando sentimenti antifascisti, in questi
ultimi mesi non ha dato luogo a speciali rilievi. "[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il meccanismo delle indagini
non si limita solo alla richiesta di informazioni, ma si rivolge anche alle
persone che frequentano gli indagati o che li hanno conosciuti in sporadiche
occasioni. Un esempio riguarda Carlotto e Mossolin. Siamo nel 1934, anno in
cui anche in Francia si manifesta la spinta di destra, e in alcuni casi
apertamente fascista, originata dagli scandali finanziari, dalla crisi
economica e dall'esempio tedesco: Hitler in Germania è andato al potere solo un
anno prima.
Il 6 febbraio del 1934 a Parigi
sembra che la democrazia parlamentare possa essere rovesciata dalle leghe
fasciste che tentano di occupare la sede dell'Assemblea Nazionale: il tentativo
è respinto con un bagno di sangue. Nei mesi successivi manifestazioni e scontri
con morti e feriti si verificano in tutto il paese, anche a Tolosa.
Gli scontri a Parigi del 6 febbraio 1934. Da un servizio
pubblicato sulla rivista Illustrazione de Popolo, supplemento della Gazzetta
del Popolo del 25 febbraio 1934. Archivio S.V/A.C.
Nel fascicolo Carlotto
incontriamo una lettera che ha per oggetto Galuppo Ra. Gaspare - Galuppo Pietro
di Gaetano, nato l'11. 1. 1907 a Noventa Vicentina (Vicenza).
"Le informazioni di cui alla nota n.442.8241 in data 24 aprile del
R. Ministero dell'Interno si riferiscono a Galuppo Pietro di Gaetano nato a
Noventa Vicentina l'11. 1. 1907 come pure quanto è stato riferito con rapporti n.01782 e 0986 rispettivamente del 3
agosto 1933 e del 26 marzo 1934 e non a Galuppo Ra. Gaspare di cui non si sono
trovate tracce. Il Galuppo Pietro ha abitato al n. 95 di rue des Fontaines, ha
lavorato poi presso il connazionale Geremia Romolo a Pibrac e si è quindi
recato a Tolosa dove da vari mesi vive di espedienti: si occupa di far ottenere
carte d'identità ai connazionali mediante il versamento di somme alquanto
rilevanti (cinque o seicento franchi), ed è intervenuto, in favore di donne
italiane che desideravano ottenere il permesso di dedicarsi alla prostituzione,
presso un agente della locale polizia la cui figlia sarebbe amica del Galuppo.
E' appunto in questo modo che egli è diventato l'informatore del Commissariato
a danno dei nostri connazionali. Egli aveva anche espresso l'intenzione di
assumere la cittadinanza francese onde poter essere impiegato presso la locale
fabbrica di materiale bellico. Frequenta la famiglia Nori naturalizzata e i
noti antifascisti Carlotto e Mossolin i quali gestiscono un'agenzia di affari
in rue Helliot. Mi consta che il Segretario del Fascio di Tolosa ha informato
di quanto precede la Segreteria generale dei Fasci all'estero onde provocare
l'espulsione del Galuppo dal Fascio di Noventa cui egli apparterrebbe. P.C.C.
Il Capo della Sezione Seconda." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Da queste informazioni possiamo
comprendere come le autorità del Consolato italiano di Tolosa, siano
preoccupate per la raccolta di notizie sugli italiani residenti nella zona e
che non sono antifascisti. Ci sembra di capire che il Galuppo è un informatore
della polizia francese che vuol sapere cosa fa il fascismo italiano in Francia.
E' citata nella lettera l'agenzia di affari di Carlotto e Mossolin, sita in Rue
Helliot.
Al documento, ne seguono altri
che riguardano persone legate all'antifascismo: Romolo Geremia, Giuseppe
Merzagora, Alessandro Mario Zani, ma con quest'ultimo siamo già al 1937 e in
Spagna la guerra civile è iniziata nell'estate dell'anno precedente.
In una lettera giunta dal
Consolato Gen. di Tolosa al Min. degli Int., al Min. degli Esteri, all'Amb.
d'Italia a Parigi in data 5 ottobre 1937, viene segnalata
la cooperativa EPI.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo fu Giuseppe. Mi onoro riferire
che il suindicato connazionale risiede tuttora in questa città rue de Potiers.
Conserva convinzioni antifasciste. Gestisce una cooperativa di grani denominata
l'Epi e si occupa di compra-vendita di terreni. Finanziariamente si trova in
condizioni assai precarie: avrebbe dilapidato in circa 10 anni più di 500 mila
franchi. Il R. Vice Console Reggente"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Rue Helliot
La cooperativa EPI è importante ai fini della nostra storia. Nel
volumetto rievocativo della vita di Carlotto, apprendiamo come nasce l'amicizia
tra Carlotto e l'anarchico italiano Lorenzo Giusti e, di conseguenza, con Marie
Justine Pierrine Vauthier.
"...in rue Helliot
Carlotto aprì uno studio di consulenza per i coltivatori di cereali, denominato
EPI (la Spiga). In particolare, si proponevano e si mettevano in vendita, oltre
ai già noti Guà e Strampelli, altre dieci varietà di grano italiano e tre
varietà francesi, ritenute peraltro poco adatte al clima del Midi. L'ufficio
però fu anche un punto di riferimento per gli emigrati italiani che al Carlotto
si rivolgevano per informazioni, consigli, espletamento di pratiche
burocratiche, ma soprattutto per i rifugiati politici che cercavano ospitalità,
protezione e aiuti di ogni genere. Nel '35 Carlotto aveva ceduto una stanza in
faccia al suo studio a Lorenzo Giusti che vi aveva creato una piccola pensione
di famiglia, nella quale trovarono rifugio volontari antifascisti diretti in
Spagna dove si combatteva la guerra civile, fuorusciti di varia tendenza
politica quali Trentin, Giacometti, Nitti, Nenni." [op. cit. pag 23]
Il 26 novembre 1937 un
documento conservato nel fascicolo 50862, lega Gustavo Adolfo con Maria Vauthier,
Pierina, in una storia di spionaggio che ruota intorno all'anarchico Giuseppe
Pasotti.
"Appunto per l'Onorevole Divisione Affari Generali e Riservati. Un
nostro fiduciari è riuscito a procurarsi copia di un quaderno di indirizzi in
possesso del noto anarchico 83396 Pasotti Giuseppe, residente a Perpignano,
comprendente nella maggior parte nominativi già noti come anarchici e
antifascisti. Lo si trasmette a codesta On. Divisione per gli accertamenti che
riterrà del caso, con preghiera, però, di non rivelarne il motivo che ha dato
origine agli accertamenti ed omettendo il nome di Pasotti. Il Direttore Capo
della Polizia Politica. Di Stefano." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
L'elenco comprende 4 pagine di
nomi e indirizzi, nella seconda, con il numero 50862 Carlotto, 1 Rue
Helliot-Toulouse (Tel. 226.79). Nella quarta con il numero 96171 Vauthier Pierina, 1 Rue Helliot-Toulouse. Chi
sottrae il quaderno di Pasotti è Julia
Mir Ibarez, detta Sanchez, che copia gli indirizzi e li passa ad Antonio
Canobbio, agente dei servizi segreti italiani e suo amante.
Alla fine del 1937 Gustavo
Adolfo Carlotto viene iscritto nel registro di Rubrica di Frontiera: vuol dire
che se torna in Italia sarà arrestato.
La R. Prefettura di Vicenza
risponde al Min. dell'Int., alla Dir. Gen. di Pubblica Sicurezza e al CPC.:
"Oggetto. Carlotto Gustavo Adolfo, nato a Lonigo il 7 settembre
1896-antifascista- In relazione alla nota di cotesto On. Ministero citata a
margine, si assicura che è stata richiesta l'iscrizione nella Rubrica di
frontiera del sopraindicato antifascista, per i provvedimenti di perquisizione
e segnalazioni per vigilanza, trasmetto una fotografia dello stesso - che
risale però a oltre 10 anni or sono - con preghiera di compiacersi disporne la
riproduzione, essendo la locale Questura sprovvista di gabinetto fotografico.
Dato il lungo tempo di assenza del Carlotto dal comune di nascita si ignora i
di lui connotati attuali. Il Prefetto." La data è 31 dicembre 1937. [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
All'inizio del 1938, gennaio,
una fotografia di Carlotto è riprodotta dalla Scuola Superiore di Polizia. Due
mesi dopo il Consolato italiano di Tolosa, 5/4/1938, comunica notizie su un
collaboratore di Carlotto.
"Oggetto: Bacciotti Orfeo di Lucca. Il Bacciotti abita in questa
città dal 1926. Si è sempre dimostrato antifascista seguace delle teorie ed ha
sottoscritto assai spesso in favore delle organizzazioni sovversive. si occupa
di compra-vendita di terreni, di acquisto e vendita di sementi agricole ed è
associato col noto Carlotto Gustavo nella direzione del Consorzio agricolo
l'Epi. Nell'ottobre scorso è stato espulso dalla Francia, ma ha ottenuto una
proroga mediante l'intervento del noto Giacometti Guido." segue
omissis. [CPC, Fascicolo Carlotto, n°
50862]
Tornano ancora gli elenchi sottratti a Pasotti e copiati: il 30
luglio 1938, il Min. degli Int. invia
al CPC la copia di un appunto della Divisione di Polizia Politica.
"Si comunicano i seguenti nominativi ed indirizzi di persone
raccomandate al noto anarchico Pasotti Giuseppe, segnalati da fonte
fiduciaria." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Si tratta di 15 persone tra cui
Carlotto, residente sempre in Rue Heliot 1, Touluose.
In un tele-espresso del
Consolato Generale a Tolosa del 17 agosto 1938, altre
informazioni sull'attività della cooperativa EPI.
"Oggetto: Tognon Dante recte Tognan Dante di Giuseppe. Mi onoro
riferire che il suindicato individuo ha formato oggetto da ultimo del
telespresso n° 01147/0619 del 26 aprile 1937. Il Tognan, chiamato comunemente "Dante" è fiduciario della locale
cellula comunista e membro del comitato regionale dell'U.P.I. (Unione Popolare
Italiana) abita a Romanville St. Agne nei pressi di Tolosa e svolge attiva
propaganda sovversiva. Si è sempre dedicato alacremente alla raccolta di fondi
e all'arruolamento dei volontari nelle milizie rosse. Non è stato finora
accertato che egli faccia rilasciare dei "lasciapassare" sotto false
generalità dal locale Console rosso spagnolo. In passato si poté controllare
che i connazionali che si presentavano al predetto Consolato venivano invitati
a presentarsi al noto ex-onorevole Trentin con il quale il Tognan è in costante
relazione. In queste ultime settimane il Tognan è stato ammalato. Il noto
Giacometti lo sostituì più volte nei comizi dell'U.P.I. Nella riunione che ebbe
luogo il 12 corrente al caffé Clapié, il Giacometti annunciò che il compagno "Dante"
era in via di guarigione e che si sarebbe studiato con lui e i responsabili dei
vari partiti locali di trovare una nuova sede per l'U.P.I. che ora è ospitata
negli uffici dell'EPI, sindacato agricolo gestito dai noti Carlotto Gustavo e
Giacometti." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Il telegramma
Alla fine di settembre del 1938 si consuma il tradimento della
Cecoslovacchia con il Patto di Monaco. E' un momento in cui sembra che la
guerra in Europa possa scoppiare: Carlotto e suo cognato, Giovanni Mossolin,
decidono di uscire allo scoperto denunciando l'alleanza dell'Italia fascista
con la Germania nazista.
Lo apprendiamo da una copia di
un tele-espresso del Regio Consolato d'Italia a Tolosa, del 30/9/1938.
"Oggetto: Mossolin Giovanni Pietro Carlotto Gustavo Adolfo nato a
Lonigo il 7/9/1886. Si trasmette l'unito ritaglio della "Garonne" che
riproduce il testo di un telegramma diretto a S.M. dai suindicati sovversivi, i
quali anche in occasione della recente tensione internazionale non hanno
mancato di denigrare il Regime d'Italia Fascista." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Su foglio del Ministero
dell'Interno segue il testo in francese, pubblicato dal giornale Garonne.
"Un telegramme. Au nom d'un groupe d'Italiens rèsidants a Toulouse
le tèlègramme suivant a ètè adressè heir à S.M. le Roi d'Italie:
Victor-Emmanuel III, roi d'Italie, Rome A annonce votre abdication si l'Italie
combattra còtè de l'Allemagne, Italiens libres rèsidentes Toulouse apprècient
votre decision virile et rappellant Bulletin de la Victoire se dèclarent prèts
vous suivre contre seculaire ennemi en une Italie libre.-Carlotto
Mossolin"[CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Ci sembra di scorgere in questo testo, mal trascritto in francese,
ancora qualche illusione sulla possibilità che Vittorio Emanuele Terzo possa
opporsi all'alleanza di Mussolini con Hitler. Anche qui troviamo il retaggio
del Risorgimento che anima sentimenti dei due antifascisti.
La guerra
La Prefettura di Vicenza il 15
giugno 1939, informa il Min. degli Int. che l'iscrizione nella Rubrica di
Frontiera di Gustavo Adolfo Carlotto è stata confermata. L'inizio della seconda
guerra mondiale è ormai prossimo e in data 29 giugno 1939 giunge una notizia
che confermerebbe un atteggiamento sempre più radicale di Carlotto verso il
fascismo.
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo. Mi onoro riferire che il
suindicato connazionale avrebbe indirizzato in questi giorni alla locale Prefettura
di Tolosa una lettera di solidarietà verso la Francia, dichiarandosi pronto in
caso di guerra, ad organizzare la coltivazione di molte proprietà agricole del
dipartimento, con mano d'opera italiana. E' evidente lo scopo lucrativo della
proposta fatta dal Carlotto che, del resto, versa in cattive condizioni finanziarie.
Egli esplica tuttora propaganda sovversiva." [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Di questo periodo della vita di Carlotto abbiamo una testimonianza nei
documenti che dopo la morte di Marie Justine Pierrine Vauthier, i parenti donarono
all'Istituto Storico per la Resistenza e società contemporanea della Valle
d'Aosta. Si tratta di una ricevuta, in data 6 gennaio 1939, scritta da Pierina
su foglio di quaderno, in cui lascia il locale di Rue Helliot 1 che Lorenzo
Giusti aveva affittato da Carlotto per organizzare una base di appoggio per gli
antifascisti italiani a Tolosa.
Questo documento sembra un segno del tempo. La guerra civile spagnola si
sta concludendo con la sconfitta della Repubblica; è stato un conflitto
sanguinoso e si prepara un'ancor più sanguinosa repressione da parte del
fascismo vincitore in Spagna. A Tolosa i luoghi che erano serviti come base per
i volontari che andavano in Spagna, ora vengono abbandonati mentre migliaia di combattenti
e profughi dalla Catalogna premono al confine francese. Nove mesi dopo inizia
la seconda guerra mondiale.
Ricevuta per Carlotto firmata da Marie Justine Pierrine
Vauhier. Fondo Vauthier, Ist. Stor. della Resistenza e della Società Contemporanea
in Valle d'Aosta.
L'Italia entra in guerra il 10
giugno 1940 e sino al 1942 nel fascicolo Carlotto non ci sono documenti che lo
riguardano. Intanto in Francia si è instaurato il regime collaborazionista di
Vichy, guidato dal Maresciallo Petain. Ma nella Francia sconfitta, impoverita e
depressa è iniziata la resistenza al fascismo e i profughi che vi avevano
trovato asilo da molte nazioni si uniscono alla lotta, tra loro ci sono anche
gli italiani.
Una lettera del 18 marzo 1942
inviata dal Comando Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza
Nazionale, ha il seguente oggetto: "Connazionali di Tolosa svolgenti
propaganda anti-italiana."
"I seguenti cittadini italiani residenti a Tolosa (Francia)
svolgerebbero propaganda anti-italiana."
Segue un elenco di 6 persone
che comprende Carlotto e Mossolin.
"Firmato Il
Capo del Servizio Politico Cons. G. Barbera"[CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
In data 20 marzo 1942 un altro
documento segnala una più precisa attività antifascista degli italiani a
Tolosa.
"Si ha il
pregio di trascrivere, per conoscenza, il seguente rapporto della R.
Delegazione di Tolosa. Nello scorso mese
di febbraio sono pervenuti per posta, a elementi di questa collettività
italiana, numerosi bollettini poligrafati o scritti a macchina, di cui si ha
l'onore di trasmettere, qui allegate, copie dattilografate. Dalla lettura di
tali documenti sembra risultare che detti fogli farebbero parte di
pubblicazioni periodiche di una pseudo edizione regionale di un foglio
denominato "la parola degli italiani" ovvero "appello di un
comitato d'azione dell'unione del popolo italiano per l'indipendenza, la pace e
la libertà". Quest'ufficio ignora, finora, il nome dei promotori di tale
manifestazione di stampa, i quali si devono probabilmente ricercare fra gli
aderenti al gruppo antifascista locale, che non ha disarmato, ma che continua
la sua propaganda antinazionale e di cui i membri più attivi sono i nominati
Faraboli Giovanni - Bertoluzzi Enrico - Mossolin Giovanni - Trentin Silvio -
Giacometti Guido - Carozzi Bernardino - Carlotto Gustavo e Rambaldi Sies,
questi due ultimi naturalizzati cittadini francesi. Aggiungo che in via
ufficiosa, ho segnalato tali movimenti di propaganda anti-italiana a queste
autorità, attirando la loro attenzione sulle vivaci critiche che in alcuni di
tali fogli vengano mossi agli stessi ordinamenti sindacali locali. Si allegano
le copie menzionate. D'ordine del Ministro firma ill. Roma 6 aprile 1942 XX° Il
Capo della Sezione Prima." [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Un'ulteriore comunicazione
della Commissione Italiana per il Rimpatrio al il Min. degli Aff. Esteri e p/c
al Min. degli Int. del 28 aprile 1942, segnala ancora l'attività di Carlotto.
"Oggetto:
Carlotto Gustavo Adolfo. In relazione a quanto comunicato con il foglio
sopraindicato, si ha l'onore di riferire al rapporto di questa R. Delegazione
n. 2370/452 del 6 marzo u.s. e di informare che effettivamente il Carlotto
Gustavo oggetto di tale corrispondenza sembra potersi identificare con il
connazionale Carlotto Gustavo Adolfo di Giuseppe, nato a Lonigo il 7 settembre
1896, il quale da molti anni continua a svolgere in questa città propaganda
antifascista ed è uno degli elementi più noti del movimento di propaganda anti-italiana
in questi ambienti frequentati dagli appartenenti ai partiti politici più
avanzati. Il Delegato per il Rimpatrio (O. Gloria)" [CPC, Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Sta per giungere la fine del fascismo, mancano quasi due mesi, ma i
servizi segreti continuano a lavorare in una Francia che ormai è stata occupata
interamente dai tedeschi.
Una copia dell' appunto Div.
Pol. Pol. in data 16/5/1943 diretto al CPC:
"Ho l'onore di significare che il 12 corrente mi sono recato a
Tolosa e ho chiesto alla polizia tedesca, come d'intesa con codesta Direzione Generale,
l'arresto e la consegna dei noti sottoindicati individui: Saragat Giuseppe,
Bacci Dino, Campolonghi Luigi, Torello Tommaso Angelo, Trentin Silvio, Mossolin
Giovanni, Carrozzi Bernardino, Bertoluzzi Enrico, Carlotto Gustavo. Il
Direttore Capo Divisione Pol. Pol. ft. Leto"
[CPC, Fascicolo Carlotto, n°
50862]
Il 25 luglio il fascismo cade. Carlotto, da quanto segue, sembra che
voglia tornare in Italia.
Dal Consolato di Tolosa è
inviata alla R. Questura di Vicenza, al Min. degli Est., al Min. degli Int. e
all'Amb. d'Italia a Parigi questa comunicazione, in data 9 agosto 1943:
"Oggetto: Carlotto Gustavo Adolfo, agricoltore. Il connazionale
nominato in oggetto, si è presentato a questo R. Consolato per rinnovare il
passaporto e fare ritorno nel Regno. Poiché il medesimo risulta iscritto in R.
F., mi prega cotesto R. Ufficio di far conoscere se nulla osti al rinnovo di
tale documento ed al rimpatrio dell'interessato, favorendomi un cenno
telegrafico per il tramite dell'ufficio Collegamento Esteri presso la C.I.A.F. (Commissione
Italiana di Armistizio con la Francia) a Torino. Il R. Console Generale (O.
Gloria)" [CPC,
Fascicolo Carlotto, n° 50862]
Le autorità tedesche invece
seguono le richieste del Capo della Divisione di Polizia Politica, il potente
Guido Leto, che intanto ha aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Nonostante
l'arresto, avvenuto dopo la Liberazione, Leto custodirà molti segreti
sull'attività dell'antifascismo e verrà in seguito richiamato per la
ricostituzione dei servizi segreti italiani.
Gustavo Adolfo Carlotto viene
arrestato dalla Gestapo il 22 settembre 1943, rimarrà in carcere sino al 1
novembre. Racconta la sua esperienza nelle prigioni di Tolosa nel manoscritto Diario di prigionia, in cui descrive la
dura condizione dei detenuti politici nei carceri di Rue des Fleurs e di Saint
Michel. Liberato, entra nella Resistenza con compiti che nel volumetto
commemorativo del 2001 sono definiti importanti,
nel 1956 gli viene conferita la Croce al merito di guerra e la qualifica di
combattente della Resistenza. Il cognato, Giovanni Mossolin, era stato
arrestato nel giugno 1942 e inviato a Dachau alla fine di giugno 1944. Muore a
novembre, ucciso dalla fatica e da una polmonite contratta nel lager.
Gustavo Adolfo muore nel 1970 a
Vicenza. Oggi a Lonato del Garda (provincia di Brescia) il Museo Civico
Ornitologico Carlotto è tra i più importanti d'Italia. Quattro lettere di
Gustavo Adolfo Carlotto a Marie Justine Pierrine Vauthier sono conservate
presso L'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in
Valle d'Aosta: furono scritte alla fine del 1943, nel 1944, nel 1958 e nel 1962. Da esse traspare sempre
un'amicizia duratura e importante.
Stefano Viaggio
Saint-Pierre , Valle d'Aosta,
12 marzo 2019
Fonti: Fascicolo Carlotto Gustavo
Adolfo-Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, unità
archivistica busta 50862. Gustavo Adolfo Carlotto 1886-1970. Vita appassionata di un
leoniceno. Comune di Lonigo, 2001. Istituto Storico della
Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta, Fondo Marie Justine
Pierrine Vauthier.
Bibliografia
Carmela Maltone, "Exil et
identité. Les antifascistes italiens das le Sud-Ouest. 1924-1940" Ed.
Presses Universitaires de Bordeax, 2006
AA.VV Gustavo Adolfo Carlotto
1886-1970. Vita appassionata di un leoniceno. Comune di Lonigo, 2001 Mauro Canali "Le spie del regime" Ed. Il Mulino, Bologna, 2004
Si ringrazia per la collaborazione il Museo Civico
Ornitologico Gustavo Carlotto di Lonato sul Garda.
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